Commercio, 50 licenziamenti ad Auchan

I sindacati: è il fallimento della politica adottata in Abruzzo

PESCARA. «Nei consumi gli effetti della crisi arrivano in ritardo rispetto al sistema produttivo, c'è il serio rischio che il peggio deve ancora arrivare; si taglia non solo il superfluo, ma si riducono le vendite di beni di prima necessità, nell'alimentare i consumi si spostano verso prodotti di qualità inferiore». Partono da questa analisi di mercato i sindacati dei lavoratori del commercio per rivelare l'ultimo, in ordine di tempo, colpo di mannaia su settore: l'annuncio da parte di Auchan, la catena francese della grande distribuzione, di 50 licenziamenti nell'Ipermercato di Villanova di Cepagatti (Pescara), oltre il 25 per cento della forza lavoro. Un dato che si accompagna agli 8mila posti di lavoro persi in Abruzzo tra autonomi e dipendenti negli ultimi due anni, oltre un milione e 300mila ore di cassa integrazione in deroga nel primo trimestre 2011.

Per le segreterie provinciali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil la situazione è gravissima e i dati rappresentano la dimostrazione del fallimento della politica adottata in Abruzzo: «Il liberismo, la corsa alle aperture di Centri commerciali, la mancanza di politiche di sviluppo producono effetti devastanti; all'affermazione e all'aumento del precariato e dei part time fanno da contraltare il calo dell'occupazione piena, stabile e certa».

I sindacati replicano a quanti sostengono che in Abruzzo sia arrivata la ripresa. «Altro che fuori dal tunnel», si legge in una nota, «il terziario in questi anni in Abruzzo ha già pagato duramente la crisi e il sisma del 6 Aprile 2009 dell'Aquila ha aggravato ulteriormente il problema». «Siamo fortemente preoccupati», aggiungono, «non solo per il drastico taglio annunciato, che metterebbe in ginocchio cinquanta lavoratori e le loro famiglie, ma anche per il destino dell'Ipermercato, che non può fare a meno di mano d'opera per continuare a stare nel mercato e per rendere un servizio efficiente per la clientela».

Cgil, Cisl e Uil si opporranno ai tagli annunciati da Auchan e già da ora fanno una serie di richieste affinché il settore non finisca nel baratro: «Servono politiche di rilancio e di sviluppo, servono interventi strutturali ed istituzionali per arginare la crisi nel settore, serve una legge regionale sul commercio che non permetta nuove aperture di grandi colossi sul territorio, già di per sé uno dei più alti in Italia in quanto a densità di superfici commerciali per abitanti, servono tavoli di confronto per monitorare il fenomeno dell'occupazione nel commercio».

L'auspicio è che la politica si muova fin da subito in modo da poter correre ai ripari prima possibile ed arginare in qualche modo i riflessi di una crisi determinata in questo caso dal crollo del potere d'acquisto da parte delle famiglie. (cr.re.)

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