Comune, il funzionario indagato resta in silenzio davanti al pm 

Basile, responsabile unico del procedimento per ampliare il camposanto, è accusato di corruzione:  «Atti contrari ai doveri d’ufficio in cambio di 30mila euro e dell’assunzione del figlio in una società»

FRANCAVILLA. Ha scelto il silenzio. Maurizio Basile, il funzionario del Comune di Francavilla indagato per corruzione nell’ambito dell’inchiesta sui rifiuti interrati al cimitero, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al pubblico ministero Giancarlo Ciani. L’architetto teatino, 55 anni, responsabile unico del procedimento per ampliare il camposanto, difeso dagli avvocati Marco De Merolis e Patrizia Silvestri, ieri mattina è stato convocato in procura a Chieti per affrontare l’interrogatorio. Giusto il tempo di declinare le proprie generalità e dichiarare la volontà di restare a bocca chiusa; poi, il professionista ha lasciato gli uffici giudiziari di via Spaventa.
Secondo l’accusa, Basile – in qualità di pubblico ufficiale – ha compiuto atti contrari ai suoi doveri d’ufficio. Più nel dettaglio: avrebbe omesso di bloccare i lavori e le attività della De Francesco Srl, a fronte delle segnalazioni provenienti in ordine all’interramento di rifiuti, limitandosi a chiedere verifiche generiche. In cambio, l’architetto avrebbe ricevuto dall’imprenditore Franco Antonio De Francesco, 56 anni di Isernia, amministratore dell’azienda di cui sopra, a partire dalla seconda metà del 2017 e fino al 2021, la somma di circa trentamila euro, oltre all’assunzione del figlio, Matteo Basile, in una società di diritto spagnolo riconducibile allo stesso De Francesco.
L’accusa è stata formulata dopo le indagini condotte dai carabinieri e dalla guardia di finanza, che hanno acquisito documentazione in municipio e svolto accertamenti bancari. Sempre in base alle verifiche degli investigatori, gli incarichi lavorativi ricevuti da Matteo Basile (anche lui indagato insieme all’imprenditore De Francesco) ammontano a circa centomila euro. E l’architetto non ha comunicato all’ente la situazione di possibile conflitto di interesse.
Qualche settimana fa, i militari dell’Arma e le fiamme gialle avevano raggiunto il luogo di lavoro e l’abitazione del funzionario comunale per acquisire, attraverso una copia forense, i dati contenuti nei computer e nel cellulare a lui in uso.
Nel fascicolo aperto dal sostituto procuratore Ciani sono ipotizzati, nei confronti di dieci persone, una sfilza di reati: dalla corruzione alla frode nelle pubbliche forniture, dalla gestione o realizzazione di discarica non autorizzata fino alla soppressione di cadavere, perché tra i rifiuti e l’amianto interrati sono stati trovati anche resti umani.
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