Comune, l'Udc frena sul rimpasto

Ciccanti: ecco le condizioni per togliere Serraiocco dalla giunta

PESCARA. Vincenzo Serraiocco, l'assessore in quota Udc nominato nel febbraio scorso, è diventato l'ago della bilancia per il rimpasto nella giunta comunale. Se non dovesse lasciare il suo posto, quasi certamente l'operazione per far entrare Gianni Santilli, studiata dal leader di Pescara futura Carlo Masci, si bloccherebbe. Ma l'uscita di Serraiocco non è affatto scontata e il compito per il sindaco Albore Mascia di accontentare tutti gli alleati si fa sempre più difficile.

Ieri l'onorevole Amedeo Ciccanti, commissario provinciale Udc, ha lanciato un avvertimento a Pdl e Pescara futura, che attendono una risposta del deputato, per domani al tavolo politico, sulla possibilità di sostituire l'assessore. «Possiamo anche togliere Serraiocco dalla giunta», ha affermato, «ma le regole devono valere per tutti, non ce ne può essere una sola ad partitum. Se la regola è l'azzeramento della giunta, usciamo fuori tutti. Ma non possono chiedere solo a noi di togliere un assessore uomo e di farci carico di prendere il posto riservato a una donna». «Siamo per la stabilità», ha proseguito Ciccanti, «non vogliamo avere privilegi, ma nemmeno penalizzazioni. Se ci chiedono di cambiare, cambieremo. Ma vogliamo conoscere prima le regole del gioco».

Nelle stesse ore in cui Ciccanti ha rilasciato queste dichiarazioni, un'altra parte dell'Udc, quella del capogruppo Vincenzo Dogali, si è riunita per decidere la linea da tenere nel partito, dopo le sconfitte subite con la nomina di Serraiocco ad assessore e la recente elezione a presidente del consiglio comunale di Roberto De Camillis, considerati entrambi espressione dello schieramento di Licio Di Biase. Alla riunione erano presenti, tra gli altri, Dogali, il consigliere Vincenzo Di Noi, l'assessore provinciale Valter Cozzi, l'ex assessore comunale Ermanno Ricci. Quest'ultimo ha inviato ieri al commissario regionale dell'Udc Armando Dionisi e al responsabile organizzativo Antonio De Poli una lettera in cui accusa Ciccanti di non essere imparziale e di schierarsi dalla parte del gruppo di Di Biase.

Il giorno prima tra Ricci e il commissario provinciale c'era stato un durissimo botta e risposta a livello epistolare. «Secondo il regolamento che ci è stato consegnato a Chianciano Terme», si legge, «le assemblee degli iscritti avrebbero dovuto essere convocate per il 31 ottobre. Perché a Pescara Ciccanti non adempie ancora a tale compito? Forse, perché deve gestire la crisi al Comune secondo i suoi desiderata?». La replica del commissario non si è fatta attendere: «Non credo che la seminazione di zizzania ti porterà fortuna politica. Seguita pure a picconare».

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