Comune, rischio tasse alle stelle per coprire un buco da 30 milioni

Nuovo allarme del sindaco Alessandrini sulla situazione dei conti: «L’ente è in una crisi finanziaria» Il collegio dei revisori, per la prima volta, boccia il bilancio consuntivo della passata amministrazione

Ennesimo allarme per la situazione dei conti del Comune. Ieri il sindaco Marco Alessandrini e l’assessore al bilancio Bruna Sammassimo hanno rivelato che l’ente versa «in una grave crisi finanziaria di difficile soluzione». E lo stesso lascia intendere il collegio dei revisori dei conti che, per la prima volta nella storia del Comune, ha espresso un parere non favorevole per l’approvazione del bilancio consuntivo dell’anno scorso.

Uno scenario che potrebbe comportare, come estrema conseguenza, una raffica di aumenti delle tasse e delle imposte locali per coprire uno squilibrio nei conti, che il capo di gabinetto in pectore Camillo D’Angelo non esita a definire «buco», addirittura di oltre 30 milioni di euro. In caso di dissesto, per ora fortunatamente non previsto, l’amministrazione sarebbe costretta per legge ad aumentare tutte le tasse, fuorché quella dei rifiuti, nella misura massima consentita.

Sotto accusa è la precedente amministrazione di centrodestra che, a detta degli attuali amministratori, non avrebbe fatto per risanare le finanze pubbliche. «Sono assai preoccupato», ha detto Alessandrini, «già alla fine del 2013 il Comune si avviava verso una crisi finanziaria. Si è fatto come in molte case, dove si pulisce e si mette la polvere sotto al tappeto». «Purtroppo», ha aggiunto la Sammassimo, «nel corso di quest’anno la situazione è stata lasciata degradare in modo irresponsabile senza assumere nessuna iniziativa tesa a correggere l’andamento negativo dei conti del Comune e senza assumere nessuna iniziativa sul fronte delle entrate».

Il problema principale, denunciato dal collegio dei revisori, nella loro relazione al consuntivo 2013, è l’eccessivo ricorso alle anticipazioni di cassa. «L’ente», hanno spiegato i revisori, «nel corso dell’esercizio non ha contratto nuovi mutui per l’effettuazione di spese di investimento, ma soltanto a titolo di anticipazione di liquidità per una cifra di 10.625.168 euro». I soldi derivanti dai mutui, in sostanza, sono serviti per le spese correnti, altrimenti non coperte con le entrate tributarie. Il gettito derivante da alcune tasse, tra cui in particolare la Tares, sarebbe stato