Concorso, D’Alfonso e Dezio verso il processo

Scaduti i termini per la difesa, il pm Pompa prepara la richiesta di rinvio a giudizio.

PESCARA. Processo sempre più vicino per D’Alfonso e Dezio. Il pm Paolo Pompa ha intenzione di chiedere il processo a carico del sindaco, del suo ex braccio destro e di tre componenti della commissione d’esame per il concorso da dirigente amministrativo a tempo indeterminato vinto da Dezio. È scaduto ieri il termine di 20 giorni che il codice di procedura penale, chiusa l’indagine, concede agli indagati per fare controdeduzioni. La firma del pm sull’inchiesta-madre sul Comune è questione di ore.

L’intervento del procuratore capo Nicola Trifuoggi per verificare lo stato dell’arte di un’inchiesta chiusa il 16 novembre 2007 e non ancora arrivata, 14 mesi dopo, alla fissazione dell’udienza preliminare, ha sbloccato una situazione paradossale. Il caso della notifica lunga 430 giorni, tanti ne sono stati necessari per rintracciare l’ultimo dei cinque indagati, il segretario generale del Comune dell’Aquila che ha ricoperto lo stesso incarico a Pescara fino a fine 2008, aveva creato non pochi imbarazzi nel palazzo di giustizia. Questo soprattutto alla luce delle dichiarazioni con le quali i magistrati hanno assicurato tempi rapidi per tutti i procedimenti, quindi anche per quelli che riguardano gli amministratori.

Questo anomalo allungamento dei tempi per notificare un atto ha fatto gridare allo scandalo anche il centrodestra. La vicenda è approdata, infatti, anche in parlamento con un’interrogazione del senatore Andrea Pastore (Pdl) al ministro della Giustizia Angelino Alfano per avere risposte sugli «intollerabili ritardi delle notifiche». Il 14 gennaio l’ultima notifica è stata effettuata e ieri sono scaduti i venti giorni entro i quali gli indagati possono presentare memorie, produrre documenti, depositare indagini difensive, chiedere al pm di compiere atti d’indagine, presentarsi per dichiarazioni spontanee o farsi interrogare.

Il passo successivo è la richiesta di rinvio a giudizio che il pm Paolo Pompa è pronto a chiedere per tutti e cinque gli indagati: il sindaco Luciano D’Alfonso (nel mirino anche per il caso-Urbanistica e per i rapporti con le imprese, l’indagine che l’ha portato a subire gli arresti domiciliari); il suo ex braccio destro Guido Dezio (indagato anche per gli accordi di programma, su cui s’innesta il salvataggio della fondazione Ivec dell’arcivescovo emerito Francesco Cuccarese); l’ex segretario generale Vincenzo Montillo, 61 anni, presidente della commissione per il concorso di Dezio; gli avvocati esperti di diritto amministrativo Paola Di Marco, 48 anni, e Carlo Montanino, 43 anni, componenti della commissione esaminatrice.

Il quadro accusatorio non è mutato rispetto all’inizio dell’inchiesta. Secondo il pm Pompa il sindaco D’Alfonso, indagato per abuso patrimoniale, ha procurato un ingiusto vantaggio a Dezio. Un vantaggio che si sarebbe concretizzato prima nell’averlo messo, senza concorso, a svolgere funzioni da dirigente comunale, poi nell’avergli assegnato un incarico per sei mesi e poi di un anno nel settore «Provveditorato ed Economato» e «Provveditorato e Patrimonio» e quindi nell’averlo confermato nell’ottobre 2006. Secondo il pm, il sindaco ha violato le norme sull’ordinamento degli enti locali che consentono la costituzione, a tempo determinato, di uffici di supporto agli organi di direzione politica. Per il pm il posto assegnato a Dezio non era da «staff» ma era di capo di un settore vero e proprio del Comune.
 
Inoltre, per l’accusa, non c’erano i requisiti richiesti dalla qualifica da ricoprire. A Dezio il pm contesta di aver dichiarato il falso per aver attestato alla commissione di aver ricoperto incarichi dirigenziali per 5 anni (dal 2000 al maggio 2003 alla Regione e dal giugno 2003 al novembre 2004 al Comune). Per Pompa non è così: erano contratti di collaborazione coordinata e continuativa per il gruppo politico dei Popolari. Montillo, Di Marco e Montanino sono accusati di abuso in concorso, prima per aver ammesso Dezio alla prova d’esame e poi per averne approvato la graduatoria finale che lo dichiarava vincitore. Le carte stanno per passare sul tavolo del gip che dovrà fissare l’udienza preliminare.