Condanna Del Turco, depositate le motivazioni Il tribunale di Pescara: Angelini teste attendibile

Depositate le 393 pagine di motivazioni della sentenza del processo sanità in cui l'ex presidente della Regione Ottaviano Del Turco è stato condannato a 9 anni e sei mesi: "La tangente a Collelongo c'è stata ed è documentata". L'ex governatore: "Una motivazione meno beffarda"

PESCARA. "Le dichiarazioni di Vincenzo Angelini sono pienamente attendibili in quanto in sè logiche e coerenti, precise, dettagliate nonché riscontrate sia da risultanze documentali sia da dichiarazioni testimoniali". È l'inizio delle motivazioni di 393 pagine della sentenza del processo sanità in cui l'ex presidente della Regione Ottaviano Del Turco è stato condannato a 9 anni e sei mesi. Con l'ex presidente sono state condannate undici persone tra cui l'ex consigliere regionale Camillo Cesarone a nove anni, l'ex manager della Asl di Chieti Lugi Conga a nove anni, l'ex segretario di presidenza Lamberto Quarta a sei anni e sei mesi, Sabatino Aracu a quattro anni e Vincenzo Angelini a tre anni e sei mesi, l'ex assessore regionale alle attività produttive Antonio Boschetti (4 anni); l'ex assessore regionale alla sanità Bernando Mazzocca (2 anni). Le motivazioni sono state depositate dal presidente del collegio Carmelo De Santis e dai giudici a latere Massimo De Cesare e Gianluca Falco e iniziano soffermandosi a lungo sull'attendibilità dell'ex titolare di Villa Pini. L'ex governatore ha commentato praticamente in diretta su Facebook le motivazioni della sentenza: "Forse dopo cinque anni si poteva trovare una motivazione meno beffarda".

"C'era un programma criminale". Il tribunale collegiale di Pescara nelle motivazioni della sentenza Sanitopoli che ha portato alla condanna di Ottaviano Del Turco scrive che gli imputati «avevano quindi un vero e proprio programma criminale, volto a favorire, nell'attività di iniziativa legislativa ed amministrativa in materia di sanità in violazione di legge, gli interessi delle case di cura stesse, in particolare di quelle gestite dall'Angelini, su cui si è innestata l'attività corruttiva di questi. Programma - scrivono i giudici - diretto da Del Turco, organizzato dal Quarta, dal Cesarone e dal Masciarelli, ed eseguito dal Mazzocca, dal Di Stanislao, dal Boschetti, nonché dagli stessi Del Turco e Cesarone, attraverso le rispettive attività amministrative e legislative». Per i giudici, «tale programma non fu limitato alla realizzazione di uno o più reati preventivamente individuati, ma si dispiegò nel tempo, sostanzialmente per l'intera durata della permanenza degli imputati nelle loro funzioni, e fu finalizzato alla commissione di una serie indeterminata di delitti, quelli che, all'occorrenza, fossero serviti per realizzare il decritto disegno di favoritismo, sia mediante l'utilizzo per fini illeciti delle strutture amministrative (l'assessorato alla Sanità, la Asr) e societarie (la Fira e la Fira servizi) in cui gli imputati erano inseriti, sia mediante creazione di una struttura ad hoc in materia di sanità, la predetta cabina di regia, che sostanzialmente si sostituì alla giunta regionale nel prendere le decisioni più rilevanti in materia di sanità».

"Provati i favori al gruppo Villa Pini". "Il più significativo riscontro", scrivono i giudici, "dell'attendibilità delle dichiarazioni di Angelini è proprio questo: l'accertata generale condizione di illegalità e di favoritismo nei confronti delle case di cura del gruppo Villa Pini nelle quali entrambe le amministrazioni regionali abruzzesi succedutesi all'epoca dei fatti, nonchè la Asl nel periodo in gestione di Luigi Conga con l'avallo politico dell'imputato Aracu, hanno operato nel settore della sanità, illegalità frutto della condotta proprio di tutti coloro a cui Angelini ha dichiarato di avere consegnato denaro o concesso altri favori".

"Cesarone e Del Turco hanno chiesto tangenti". "Il consigliere regionale e di presidente della giunta regionale", è scritto nella motivazioni, "hanno richiesto ad Angelini la dazione di ingenti somme di denaro prospettandogli, in caso avesse aderito alla richiesta, di orientare le attività amministrative e di iniziativa legislativa all'epoca in itinere presso la Regione stessa, in senso favorevole all'attività imprenditoriale delle case di cura gestite da Angelini avvertendo che, a causa delle attività ispettive e di indagine in corso, era difficile aiutarlo ma che erano i soli a cui poteva rivolgersi sicché avrebbe dovuto sostenerli economicamente". A questo punto i giudici illustrano perché il reato di concussione deve essere riqualificato in corruzione, ovvero che le presunte tangenti che Angelini avrebbe portato ai politici devono essere inquadrati in episodi di corruzione. "Gli imputati", illustrano i giudici, "hano agito in posizione di sostanziale parità ed operato su un piano di interscambio contestuale tra attività del pubblico ufficiale e danzione di denaro". "A tali condotte hanno concorsualmente partecipato Del Turco e Cesarone", è scritto ancora, "materiali autori delle condotte di illecita proposta di Angelini, di ricezione del denaro materiale".

"La tangente a Collelongo c'è stata ed è documentata". Del Turco, Cesarone e Quarta sono accusati di aver preso circa 5.5 milioni di tangenti da Angelini. Così, nelle motivazioni il collegio elenca i prelievi dell'ex titolare di Villa Pini fino ad arrivare alla presunta tangente da 200 mila euro del 2 novembre 2007, quella che Angelini avrebbe portato a Del Turco nella sua a Collelongo e che è stata fotografata dall'autista dell'ex titolare di Villa Pini. "Angelini", illustrano le motivazioni, "aveva documentato sia le attività di preparazione e imbustamento del denato sia quelle di consegna facendo fotografare dal proprio autista le banconote"., scrive il collegio. "Quanto alla fotografia ritraente una busta di mele", proseguono riferendosi alla mele che Del Turco avrebbe dato ad Angelini, "Angelini ha precisato che, dopo la consegna del denaro, Del Turco gli chiese se era venuto da solo e alla risposta che era con l'autista vedendolo uscire con la busta vuota gli disse di metterci delle mele e ce ne mise 7 o 8". Sull'attendibilità delle fotografie che avrebbero immortalato la presunta tangente il collegio scrive che "sono state scattate il 2 novembre 2007" e prosegue "le dichiarazioni di Angelini su giorno e orario della visita a Del Turco a Collelongo e delle riprese fotografiche sono riscontrate con piena certezza: la dazione di denaro descritta da Angelini appare pienamente provata"

Del Turco commenta le motivazioni su Facebook. L'ex presidente della Regione affida al social network il primo commento sulle motivazioni della sentenza: "Solo due giornalisti hanno avuto diritto ad un piccolo scoop sulle motivazione della sentenza di condanna emessa il 21 di luglio. Il mio avvocato ha avuto diritto a leggere le motivazioni dopo aver sborsato una somma non irrilevante per pagare il 'diritto d'urgenza'. Forse dopo cinque anni si poteva trovare una motivazione meno beffarda. Naturalmente i solerti giornaloisti non hanno pagato nulla:... è la stampa,bellezza,e tu non puoi farci niente..."

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