Contraffatte opere di Pistoletto: condannato il gallerista Manzo 

Il giudice gli ha inflitto due anni e due mesi di reclusione per avere messo in vendita più di 100 frattali  quasi tutti falsi e autenticati dallo stesso imputato a un prezzo compreso tra i 500 e i duemila euro

PESCARA. Per il noto gallerista pescarese, Cesare Manzo, arriva la condanna del tribunale di Pescara. Due anni e due mesi di reclusione disposta dal giudice monocratico Scalera, in relazione a una lunga serie di opere del maestro Michelangelo Olivero Pistoletto che l'imputato (difeso dall'avvocato Vincenzo Di Censo) avrebbe messo in vendita con un prezzo dai 500 ai 2000 euro: oltre cento pezzi quasi tutti falsi e autenticati dallo stesso gallerista. Secondo l'accusa Manzo avrebbe riprodotto, contraffatto e posto in vendita le opere del maestro «anche in concorso con altri soggetti non identificati».
FRATTALI IN VENDITA Le opere in questione sono denominate "Frattali", e consistono in lastre di specchio dipinte, alcune con segni colorati in smalto (Frattali grafici), altre con segni colorati in smalto e numeri segnati in vetro (Frattali numerici), «su cui erano apposte autentica e sottoscrizione contraffatte», come recita l'accusa, «apparentemente riconducibili all'autore Michelangelo Pistoletto. Opere che poneva in vendita previa apposizione, in molti casi, del timbro "Associazione culturale Arte Nuova-Fuori Uso Pescara via Umbria"».
La vicenda venne fuori quando un gran numero di acquirenti iniziarono a contattare il maestro per sapere se quelle autentiche fossero effettivamente vere.
LA TESTIMONIANZA E Pistoletto, sentito in tribunale è stato chiaro: «Un bel giorno viene da me un gallerista con il quale lavoravo e mi presenta 112 Frattali, di quelli numerici. Gli dissi che avrei controllato e verificai che non solo erano false le opere con la firma e la data, ma anche le autentiche scritte su carta, dove io dichiaravo l'autenticità dell'opera, firmata da me. Ho riconosciuto - aggiunge il maestro - prima di tutto la forma che è proprio l'imitazione di un quadro che non è nella logica. Secondo la calligrafia non è la mia».
L’ESPERTA Le autentiche vengono sottoposte all'esame di una esperta che in tribunale afferma: «Dopo aver confrontato le firme del maestro con quelle apposte su nove Frattali, posso affermare che sono molto diverse perché quelle di Pistoletto sono molto libere e spontanee, mentre le altre, tutte riconducibili alla stessa mano, appaiono statiche e frutto di una mano titubante nel procedere».
«Pensavamo che le opere fossero autentiche», disse in aula un altro acquirente, «anche perché la galleria Manzo fu la prima a organizzare la mostra dei Frattali». E ancora il maestro Pistoletto - dopo aver spiegato il significato delle sue opere che «rappresentano l'infinito, perché ogni pezzo specchio è un pezzo del grande specchio infinito, quindi ogni pezzo di specchio rappresenta un pezzettino di tutti i numeri che esistono nell'infinito. Quindi sono tutte le combinazioni possibili e immaginabili. E' il concetto di infinito racchiuso in ogni elemento» - ha sottolineato il danno che avrebbero provocato questi falsi.
FRATTALI SENZA VALORE «Io mi sento caricato di questi danni dei collezionisti», dice al giudice, «e danneggiato in maniera piuttosto massiccia. Io devo proteggere il mio nome e il mio lavoro anche di fronte a chi poi in qualche maniera lo acquisisce. Anche la presenza del mio lavoro nel mercato è molto importante considerarla. In principio questi Frattali, i primi che sono stati venduti, avevano un prezzo, poi a mano a mano che erano venuti fuori i falsi valevano sempre meno, adesso non valgono più niente. Anche se fossero veri varrebbero sempre meno, cioè deprezzano il mio lavoro».
E infatti la decisione del giudice è stata anche quella di disporre il risarcimento del danno per Pistoletto, che verrà valutato in sede civili, dando alla parte offesa una provvisionale di 10mila euro, e poi, naturalmente, far distruggere tutte le opere false.
©RIPRODUZIONE RISERVATA