Cordoma chiede la libertà per Ferri

Intervento del sindaco dopo la lettera dal carcere: «Deve poter uscire»

MONTESILVANO. «Mario Ferri va liberato, non può stare più in cella». Il sindaco Pasquale Cordoma difende così il Falco. Lo fa il giorno dopo la lettera di Ferri al Centro: quattro fogli per denunciare l'«inferno» di tutti i giorni in una cella del carcere di Civitavecchia.

Mario Ferri, agente di commercio di 23 anni con un curriculum di sette invasioni di campo in quattro anni, l'ultima da evaso ad Abu Dhabi, incassa la solidarietà del sindaco Pasquale Cordoma. «È giusto che Ferri sia finito in carcere perché ha evaso gli arresti domiciliari», premette Cordoma che prosegue così: «Una riflessione, però, è necessaria. Ferri è in carcere da 16 giorni per delle bravate innocue mentre i teppisti che hanno creato il panico a Roma fino a bruciare i blindati delle forze dell'ordine sono in libertà. È inevitabile dire che ci sono due pesi e due misure».

Ferri è detenuto perché il 16 dicembre 2010 ha violato gli arresti domiciliari, una misura cautelare disposta perché non aveva rispettato l'obbligo di firma davanti ai carabinieri di Montesilvano dopo l'invasione di campo in Italia-Isole Far Oer a Firenze del 7 settembre scorso. Scappando di casa e prendendo un aereo, Ferri ha raggiunto Abu Dhabi per invadere il campo durante la finale del mondiale per club tra Inter e Mazembe. Al rientro in Italia, è stato arrestato all'aeroporto di Fiumicino. Ferri ha affidato il suo sfogo a una lettera e un passo ha colpito Cordoma. È questo: «Il mio ex compagno di cella?», ha scritto Ferri, «un signore di 60 anni che, il giorno di Natale, ha massacrato moglie e figli insanguinandoli di botte come ho letto sul verbale del suo arresto: quello che mi fa schifo dello Stato è che siamo entrati quasi insieme, lui in un giorno di pace come il Natale ha sfondato di botte la moglie e i figli ed è uscito tre giorni dopo l'arresto mentre io sono ancora in questa topaia per semplici invasioni pacifiche». «Purtroppo», riflette Cordoma, «il signore di 60 anni è stato liberato e può reiterare il reato mettendo a repentaglio l'incolumità della moglie e dei figli. Al Falco è stato riservato un trattamento diverso».

Cordoma chiede la libertà per il Falco: «Credo che sia giusto che esca dal carcere e torni a casa. È questo il mio sentore, della città e dell'Italia. A Montesilvano, da uomo libero, continuerà a pagare per la sua evasione dai domiciliari». Cordoma ha anche un'idea: un giuramento per dire addio alle invasioni. «Falco libero», dice il sindaco, «ma dovrà promettere anche davanti a me che non farà più queste cose, deve capire che ci sono altri modi per essere simpatico. È un ragazzo intraprendente: non farà fatica a scoprirli».

Cordoma è la prima personalità che si schiera in difesa di Ferri. Dalla parte del Falco ci sono anche i cinquemila amici di Facebook: «Mario», commenta l'amico Alessandro Trave, «per delle innocenti e pacifiche invasioni di campo è in cella; il padre che ha avvelenato la figlia con pasticcini al mercurio ha passato poche ore in cella ed è libero».

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