Corsa a sindaco, rottura nel centrodestra

Fallisce a Roma la trattativa Matteoli-Schifani, ora si spera in un negoziato locale. Mascia e Testa pronti ad andare da soli

PESCARA. Se non è rottura nel centrodestra, poco ci manca. Quello che è certo è che la trattativa a Roma tra Matteoli e Schifani, quasi certamente l’ultima per trovare un accordo sul candidato sindaco, è fallita. Ieri il responsabile della commissione elettorale di Forza Italia e il presidente nazionale del Nuovo centrodestra si sono incontrati nella capitale, intorno alle 13, per discutere del caso Pescara. Ma entrambi hanno dovuto prendere atto dell’impossibilità di continuare un confronto per individuare il candidato sindaco.

Altero Matteoli ha ribadito che il candidato per Forza Italia resta il sindaco uscente Luigi Albore Mascia. «Non vedo le ragioni per cui dobbiamo far fare un passo indietro al primo cittadino di Pescara», avrebbe detto Matteoli. Una posizione rigida sarebbe stata mostrata da Renato Schifani. Il Nuovo centrodestra non intende rinunciare al proprio candidato Guerino Testa e né l’interessato è disponibile a fare passi indietro. «Non è nella mia agenda un passo indietro», ha avvertito ieri Testa, replicando così all’apertura mostrata mercoledì scorso da Mascia, il quale si è detto disponibile a rinunciare alla corsa a sindaco, in nome dell’unità della coalizione, ma solo nel caso in cui faccia lo stesso il presidente della Provincia Testa.

Il dialogo tra Matteoli e Schifani si è quindi interrotto e i due si sono lasciati senza la speranza di un nuovo incontro. C’è chi ha parlato di una brusca rottura delle trattative, ma non ci sono conferme in proposito. La notizia del fallimento del negoziato romano è rimbalzata subito a Pescara, suscitando un forte clamore. Per tutto il pomeriggio di ieri si sono registrati incontri, telefonate, sms tra i rappresentanti locali dei partiti del centrodestra. Tutti, per la verità, intenzionati a riallacciare, a livello locale, la trattativa per evitare che la coalizione possa andare divisa alle elezioni. E, forse, qualche tentativo verrà fatto. «Voglio incontrare i partiti alleati, per cercare di chiudere la candidatura di Pescara entro sabato (domani, ndr)», ha detto il coordinatore regionale dei forzisti Nazario Pagano, «tuttavia, il discorso per Forza Italia è chiuso, il nostro candidato resta Albore Mascia». Pagano sarebbe anche disponibile a fare un sondaggio per la scelta del candidato sindaco, pur di ricompattare la coalizione. Un’ipotesi cui non è contraria la coordinatrice regionale del Nuovo centrodestra Federica Chiavaroli, forse convinta che questo strumento possa favorire la scelta di Testa. «Potrebbe essere una soluzione», ha affermato, «in qualunque caso, dobbiamo spenderci per cercare l’unità della coalizione». Favorevole a una ripresa immediata del dialogo a livello locale è anche il terzo candidato sindaco, il leader di Pescara futura Carlo Masci. «Il fallimento della trattativa a Roma», ha osservato, «conferma il fatto che è necessario risolvere il problema nel territorio. Roma non è in grado di farlo. Ora si riparta da zero, con tutti disponibili a fare un passo indietro in nome dell’unità della coalizione».

Sulla stessa linea è anche il responsabile per l’Abruzzo di Fratelli d’Italia-An Roberto Petri: «Auspico che si possa riprendere il filo della matassa a livello locale per trovare l’unità». Ma, allo stato dei fatti, questa unità sembra impossibile da raggiungere. Al punto che Mascia e Testa si starebbero già preparando ad andare separati. Cosa farà a questo punto Masci se i suoi avversari dovessero correre da soli? Il leader di Pescara futura non ha dato risposte. Si è limitato a ricordare ciò che ha detto più volte e cioè che sarebbe pronto a rinunciare alla candidatura, solo se l’intera coalizione trovasse un accordo sul secondo mandato del sindaco uscente.

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