«Così non posso più gestire Le Naiadi»

Il responsabile dell’impianto Di Renzo attacca la Regione: «Ora che la piscina è diventata appetibile, vogliono farmi fuori»

PESCARA. «Io non posso più aspettare, non sono più in grado di farlo perché ci sono degli impegni da onorare come due caldaie che vanno sostituite e la riparazione della perdita di 400 metri cubi di acqua al giorno verificati dall'Aca, solo per dire gli ultimi problemi. Anche la sola gestione ordinaria sta diventando troppo onerosa e non siamo più in grado di gestirla. Attendo una risposta dalla Regione, voglio chiarezza».

Così Luciano Di Renzo della Progetto sport impianti sportivi che gestisce Le Naiadi, pagando un canone annuo di 1.500 euro dal 2008, in virtù di una convenzione decennale siglata con l'azienda autonoma di cura, soggiorno e turismo di Pescara (ente finito sotto la Regione Abruzzo). Tra Regione e Progetto sport ballano un paio di milioni di euro che la seconda pretende dalla prima, ma che questa ritiene di non dover dare perché i lavori di manutenzione straordinaria eseguiti dal gestore non sarebbero stati autorizzati da uffici o dirigenti regionali.

Una certezza risale al febbraio dello scorso anno, quando il commissario liquidatore inviò agli uffici regionali gli esiti della verifica dei lavori e degli investimenti effettuati nel complesso Le Naiadi. Secondo la relazione dell'ingegner Edoardo Bagagli, tecnico di fiducia dell'ente, erano state eseguite opere di manutenzione straordinaria per 734 mila e 561 euro più Iva, investimenti per migliorie pari a 416mila euro, e che sarebbe stato necessario accantonare in bilancio una somma pari a 370mila euro per la manutenzione straordinaria annuale visto che l'impianto è stato costruito cinquanta anni fa. Tale ammontare venne riconosciuto anche dalla delibera di giunta regionale del 25 novembre 2013, che però prendeva anche atto di come la richiesta di rimborso non potesse essere accolta in quanto quelle spese non erano state autorizzate dalla Regione stessa. La situazione creditoria, che la Progetto sport (che gestisce anche la piscina di Francavilla al Mare) ritiene di vantare, è stata messa anche nero su bianco da Di Renzo in una lettera dell'11 novembre scorso (senza ricevere risposta) nella quale chiedeva un incontro urgente al governatore Luciano D'Alfonso e agli assessori Donato Di Matteo e Silvio Paolucci: oltre alle cifre conseguenti dalla relazione di Bagagli, ci sarebbe un investimento totale di quasi due milioni di euro, oltre a danni per un milione e 200mila euro chiesti dopo la citazione in giudizio dei dirigenti regionali per omissione di atti di ufficio.

È inoltre in atto un contenzioso con l'Aca per un totale di circa 320mila euro perché, secondo la Progetto sport, sarebbero state applicate tariffe più alte. Di Renzo replica anche alle accuse di subappalto dei servizi ricordando il punto 3 dell'articolo 15 della convenzione, secondo il quale «il concessionario potrà avvalersi di terzi anche non dipendenti». Di Renzo risponde infine alle voci insistenti secondo le quali l'assessore Di Matteo avrebbe detto, nel corso di una riunione con alcuni genitori dei ragazzi che frequentano Le Naiadi, di stare valutando lo scioglimento del contratto con la Progetto sport: «Dal 2010 a oggi, abbiamo mandato decine e decine di lettere alla Regione, mai nessuno ha risposto e mai nessuno si è presentato e soprattutto la Regione, negli ultimi cinque anni, non ha speso nemmeno un euro per interventi di manutenzione dell'impianto. Se vogliono sciogliere il contratto che mi chiamino e mi restituiscano i soldi spesi. Io non ho problemi. Il problema vero è che ora questo impianto è diventato appetibile, noi lo trovammo in condizioni fastiscenti. Vogliono prendere chiavi in mano quattro milioni di beni e forse vogliono dare la piscina in gestione ad altri visto che è già avviata (sono 542mila gli utenti all'anno, ndc)».

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