Costantini: porterò in Parlamento la Grande Pescara

SARANNO ONOREVOLI (8). Consigliere regionale dell’Idv ed ex deputato: contro le trivelle del petrolio e per il lavoro

PESCARA. «Lavoro, ripresa economica e salvaguardia dell'ambiente, che in Abruzzo sono un unicum. La nostra economia non può prescindere da un rilancio delle politiche ambientali perché l'ambiente e il territorio abruzzesi sono un bene non replicabile. La competizione e il rilancio si giocano proprio sulla loro difesa, salvaguardia e valorizzazione».

Carlo Costantini, capogruppo dell'Italia dei valori in consiglio regionale e capolista di Rivoluzione civile alla Camera (dietro Antonio Ingroia, capolista in tutti i collegi italiani) illustra così quelle che a suo parere sono le priorità dell'Abruzzo. Pescarese, 51 anni, Costantini è laureato in giurisprudenza ed è un avvocato. La sua avventura in politica inizia nel 1993 a San Giovanni Teatino, Comune in cui è stato consigliere, assessore e sindaco. Negli anni è stato anche consigliere regionale e consigliere comunale a Pescara. E' nel 2006 che approda alla Camera dei deputati, nelle liste dell'Italia dei valori. Nel 2008 viene eletto nuovamente in Parlamento, ma Antonio Di Pietro lo sceglie come candidato presidente dell'Abruzzo, appoggiato dal Pd e dal centrosinistra. Sconfitto dall'avversario Gianni Chiodi, si dimette dalla carica di deputato e - unico nella storia abruzzese ad aver fatto una scelta simile - decide di restare in Regione nelle file dell'opposizione. E' stato proprio lui a lanciare l'idea, molto apprezzata a Roma, dei comitati spontanei di Rivoluzione civile costituiti dai cittadini. Nel giro di poche settimane, grazie al tam tam sulla rete, in tutta la regione ne sono nati più di cento, molti dei quali nelle case e nei negozi, e altri ne stanno nascendo. Costantini, d'altronde, è un politico "multimediale", ben consapevole delle potenzialità della rete e di quanto sia importante la partecipazione che parte dal basso. Si dice convinto, infatti, che il web sia «un grande giudice: chi c'è ci può stare e non tutti possono». Il suo blog, nel corso degli anni, è divenuto un punto di riferimento ed un luogo di incontro e confronto per i simpatizzanti e gli elettori. Il capolista di Rivoluzione civile è convinto che la chiave di volta, per l'Abruzzo, sia l'ambiente, dal mare e dai «rischi derivanti dalle trivelle» al consumo del sottosuolo e fino ai fiumi, la prima delle priorità, con il Pescara in particolare che «non può non essere la priorità di chiunque si candidi a rappresentare l'Abruzzo».

Costantini rilancia la proposta della Grande Pescara (la fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore), che consentirebbe di ottimizzare le risorse pubbliche e di attirare finanziamenti sul territorio, e torna a parlare della Regione Abruzzo come di un «pachiderma gigantesco che serve più a creare problemi che a risolverne». Nel sottolineare che il voto a Rivoluzione civile è un «voto molto utile, perché consentirebbe di condizionare le scelte del Pd e di evitare l'abbraccio mortale tra Bersani e Monti», il capolista afferma inoltre che «queste elezioni sono un banco di prova per quello che sarà dopo, ovvero le regionali. In base ai risultati del 24 e 25 febbraio», conclude Carlo Costantini, «valuteremo il da farsi».

Lorenzo Dolce

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