“Credere la luce 3” quando l’arte si fa preghiera

GIULIANOVA. Il linguaggio dell'arte si fa preghiera nella mostra collettiva "Credere la luce" in corso al Mas, Museo d'arte dello Splendore, a Giulianova, annesso al santuario della patrona della...

GIULIANOVA. Il linguaggio dell'arte si fa preghiera nella mostra collettiva "Credere la luce" in corso al Mas, Museo d'arte dello Splendore, a Giulianova, annesso al santuario della patrona della città, Maria Santissima dello Splendore. Un complesso magnifico, un'oasi di pace e spiritualità che guarda dall'alto la vivacità del lido e la distesa dell'Adriatico. "Credere la luce", alla terza edizione, è una pastorale dell'arte nonché una moderna forma di committenza religiosa. Promosso dal Centro culturale San Francesco della Piccola Opera Charitas, il progetto coinvolge ogni anno un gruppo di artisti in un seminario di studi e poi nella realizzazione di opere legate al tema trattato. Quest'anno oggetto del corso era la preghiera, esaminata da un punto di vista teologico, biblico, antropologico, e nella storia dell'arte. Nei mesi successivi gli artisti hanno creato i lavori ora esposti al secondo piano del Mas nella mostra "Credere la luce. Dalle forme della preghiera a quelle dell'arte", curata da Marialuisa De Santis. Naturalmente il visitatore non deve aspettarsi temi, formati e canoni compositivi di programmi iconografici ripetuti nei secoli, non Madonne in trono, sacre conversazioni, angeli annuncianti e Vergini annunciate, ma la visione contemporanea del dialogo tra l'uomo e Dio, declinato nei linguaggi degli artisti di oggi, senza peraltro rinunciare a laicità e denuncia.

In un allestimento molto curato, accompagnato da un puntuale catalogo (Edizioni Fondazione Piccola Opera Charitas), si susseguono le opere dei 27 artisti partecipanti al seminario. Folta la rappresentanza abruzzese: Paola Caprioni, Maria Cristina Cirilli, Gabriella D'Eustacchio, Berardo Di Bartolomeo, Mara Di Giammatteo, Pino D'Ignazio, Stefano Fagioli, Sergio Florà, Patrizia Franchi, Veronica Malatesta (classe 1992, la più giovane del gruppo), Alessia Marranconi, Elena Mastracci, Giuseppina Michini, Ileana Patacca, Andrea Pistocchi, Massimo Piunti, Marco Rodomonti, Lucia Ruggieri, Carla Tassoni, Loriana Valentini. Con loro Mirko Dadich (Ravenna), Antonio Fabozzi (Aversa, Caserta), Annarita Gaeta (Termoli), Gabriella Sirignano (Napoli) e i romani Maria Stella Fratepietro, Simone Giampà, Veronica Giorgetti. Al termine del percorso espositivo opere di Ivan Barlafante e Daniela Papadia, tra i relatori al seminario. Molteplici i linguaggi, le tecniche, le ispirazioni dei protagonisti di "Credere la luce 3", tutti approdati a esiti felici. Se non si può citare ogni opera su queste colonne, val la pena almeno segnalare la creazione materica di Pistocchi ("prendete il mio verbo e masticandolo fatene una cosa dell'anima"), composta con elementi dell'arte povera, legno carbone rame, per rappresentare la luce affiorante nella materia inerte. E le installazioni di Pino D'Ignazio ("Contempl-A-zione", due grandi pannelli speculari sulla crocifissione e in mezzo un inginocchiatoio, simulacro dell'uomo in preghiera), Fratepietro ("Lo specchio della verità", denuncia della Chiesa come struttura gerarchica di manipolazione e controllo), Mastracci ("I Giusti", le impronte digitali di dieci giusti bambini e alla base la fotografia dei piedi di una vecchia contorti e nodosi come le radici di un albero). Ancora, il dittico immagini-parole di Mara Di Giammatteo "Salmo 19" (affermante che la bellezza del creato non basta per conoscere il vero Dio), e la "Preghiera dell'ultimo” che Berardo Di Bartolomeo raccoglie con caritas dalla strada elevandola a opera d'arte, o ancora la Jeanne d'Arc contemporanea proiettata da Giampà su un collage di icone pop e icone della storia dell'arte ("Je Vous requiers, si Vous m'aimez", dalle prime parole pronunciate dalla martire nel processo). Apertura fino al 14 agosto, dal martedì alla domenica, orario 17-20. Ingresso libero. Info: 085 8007157, museodellosplendore.it.

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