Crisi, negozi costretti alle svendite

I commercianti puntano sugli sconti per arginare il crollo degli affari

PESCARA. «Svendita per rinnovo locale», «liquidazione totale», «promozione di Natale», «super offerte». Sono questi alcuni dei cartelli apposti sulle vetrine dei negozi del centro cittadino e non solo, in questi ultimi giorni.

Effettuare degli sconti (che vanno dal 15 al 50%) durante il periodo natalizio sarebbe stata un'eventualità impensabile solo fino a qualche anno fa. Oggi, al contrario, è il segno di una profonda crisi che vive l'intero settore del commercio cittadino, un tempo il motore trainante dell'economia pescarese.

«La problematica è davvero seria e il momento è davvero bruttissimo», segnala Ezio Ardizzi, presidente di Confcommercio, «e allora i negozianti si fanno camminare la testa e provano qualsiasi strada per restare a galla».

Ardizzi spiega anche come si debba trovare un modo per vivacizzare le strade e per agevolare l'afflusso di gente: «Nel passato si è sbagliato nel favorire troppo l'insediamento della grande distribuzione, e la conseguenza è la sofferenza sempre maggiore dei negozi cittadini. Io credo che per aiutare le attività si dovrebbero fare i parcheggi gratuiti per tutto il mese di dicembre».

Tra i problemi principali vissuti dai commercianti gli elevati canoni di affitto, la chiusura delle linee di credito da parte delle banche, i continui lavori in diverse strade cittadine e il netto calo delle vendite.

«So che strade e negozi sono vuoti», prosegue Ardizzi, «e che c'è un calo pazzesco delle vendite perché i consumatori non hanno più risparmi e soldi da spendere. Non credo che ce la faremo a uscire da questa situazione, sono molto pessimista. A questo si aggiunge qualche scelta scellerata dell'amministrazione comunale, come il piano traffico con i cambi dei sensi di marcia e le strade chiuse per i lavori in corso in questo periodo, che per molti vale dal 50 all'80 per cento dell'incasso annuale. E poi ci vorrebbe una maggiore tolleranza della polizia municipale perché, come ti fermi due minuti, ti fanno la multa e tutti allora vanno nei centri commerciali».

Ardizzi racconta di aver fatto un giro per le vie del centro e di aver visto punti vendita che non hanno incassato nemmeno un euro.

Sulla questione dei canoni di affitto troppo alti, il presidente di Confcommercio dà un'altra visione: «Il problema non sono i prezzi elevati, ma la mancanza di domanda. Ma chi può aprire al giorno d'oggi un negozio?».

Ritiene esagerate le cifre da 10 a 20 mila euro per gli affitti dei negozi in centro Lorenzo Cirillo, presidente dell'Uppi, l'Unione piccoli proprietari immobiliari, che ne rappresenta 650 in città.

«Se ci sono questi canoni si contano sulle dita di una mano», dice Cirillo, «sono casi sporadici e fuori dal normale, la media è molto più bassa. Come Uppi sono anni che diciamo ai proprietari di non esagerare con le cifre, perché anche per noi sono troppo alte».
Cirillo considera inoltre inaccoglibile e inapplicabile la proposta di Confesercenti di multare i proprietari dei locali sfitti: «Che motivo si avrebbe a tenere un immobile vuoto? Nessuno.»

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