D’Alfonso, assalto alla Regione dopo il boom alle primarie in Abruzzo

Al voto oltre 42 mila elettori, l’esponente Pd prevale con più del 75% su Caramanico e Mascitelli. Forte partecipazione nel Pescarese, meno nell’Aquilano. Fredda Teramo città: solo 310 votanti

PESCARA. Da oggi Luciano D’Alfonso è autorizzato a cambiare l’intestazione dei biglietti da visita: da “Presidente della scuola di regione”, il suo think tank, a “candidato Presidente di Regione”.

Lo hanno deciso i 40.293 abruzzesi che ieri si sono messi in fila nei 300 seggi della regione, gestiti da oltre mille volontari, e hanno votato alle primarie del centrosinistra per le regionali del 25 maggio.

A D’Alfonso si contrapponevano sportivamente (il risultato era ampiamente scontato) Franco Caramanico (Sel) e Alfonso Mascitelli (Idv).

Schiacciante la vittoria del candidato del Pd con 31.460 voti, il 76,2% dei consensi. Franco Caramanico ha ottenuto 5.515 voti (13,6%) Alfonso Mascitelli 4.211 (10,2%).

«Ha vinto la forte volontà degli abruzzesi di tornare a decidere sul futuro di questa grande comunità regionale», ha commentato D’Alfonso. «È un voto che dimostra che ha avuto ragione Silvio Paolucci ad aver voluto caparbiamente che si svolgessero le primarie per dare signoria alla scelta dei cittadini. Sono entusiasta di questa investitura voluta da moltitudini di persone, piuttosto che concessa da qualche decina di individui convocatisi casualmente. È una forte partecipazione regionale che ci dà la spinta per inaugurare in Abruzzo una grande stagione di regionalismo».

Forte la partecipazione nel Pescarese, meno nell’Aquilano. Curioso e tutto da analizzare per il Pd il dato di Teramo città, dove hanno votato solo 310 elettori, contro i 1.630 di Montorio o i 644 di Nereto, comuni ben più piccoli.

«La partecipazione degli elettori del Pd dimostra ancora una volta una enorme voglia di cambiamento ed un radicamento delle primarie nel nostro elettorato», ha commentato il segretario regionale Silvio Paolucci. «Questa volta i numeri, senza il traino delle primarie nazionali, sono entusiasmanti. Oggi nasce il nuovo Abruzzo e con Luciano D'Alfonso questo nuovo Abruzzo diventerà forza serena e decisa di governo. Mi sento di ringraziare Alfonso Mascitelli, Franco Caramanico ed i loro sostenitori per lo svolgimento tranquillo di una bella campagna per le primarie».

Mascitelli appare soddisfatto nonostante la sconfitta: «La buona partecipazione è certamente un dato positivo. Mobilitare oltre 40mila persone su una scelta che appariva impari è un buon punto di partenza. Per noi dell'IdV, soddisfatti per una percentuale a doppia cifra, la vera sfida inizia da ora, quella di coinvolgere quel 50 per cento di abruzzesi che alle prossime elezioni non si sentono ancora rappresentati. Do gli auguri al vincitore di fare un buon lavoro per l'Abruzzo».

Soddisfatto il capogruppo del Pd in Consiglio Regionale Camillo D’Alessandro: «Per la prima volta dopo 44 anni dalla nascita della Regione un candidato presidente è stato scelto dagli abruzzesi e non da un sinedrio di pochi presunti illuminati, piuttosto presuntuosi, nelle stanze dei partiti. Questa era l'alternativa alle primarie.In questi giorni», continua D’Alessandro, «D'Alfonso ha raggiunto comuni, municipi, Città e moltitudini. Diecimila chilometri di strade percorse, di mani strette, di voglia di ripartire , di speranze e sorrisi. La storia non si ferma: Oggi vince D'Alfonso, il 25 maggio con lui vincerà l'Abruzzo».

È «felice» per la vittoria di D’Alfonso il sindaco di Bari Michele Emiliano: «Lo dico come amico e come segretario del Pd della Puglia. È evidente che il progetto di dare vita a un Pd meridionale che metta in coordinamento i consigli regionali e finalmente dia maggiore dignità al sud con d’Alfonso diventa più facile da relizzare. Da oggi mi sento meno solo, e tutti i meridionali si sentono meno soli».

Non la pensa così il parlamentare del Movimento 5 Stelle Gianluca Vacca: « Non avevamo i dubbi che il Pd vendesse l'anima al diavolo per provare l'ennesimo disperato tentativo di non perdere le elezioni, pur sapendo di correre il rischio di tornare alle urne tra un anno circa a causa delle vicende giudiziarie di D'Alfonso. Certo, ora la credibilità di questo ex partito, ora comitato di affari, è nulla, e il Pd non potrà mai più parlare di legalità e moralità. Così come non potrà farlo Alessandrini». Altra materia per una campagna elettorale che si annuncia comunque lunga e difficile.

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