D’Alfonso fa il brindisi a casa e legge «Giustizia bendata»

Telefonate e sms dagli amici, salta il viaggio a Rivisondoli.

PESCARA. D’Alfonso ha trascorso la notte dell’ultimo dell’anno a casa con la famiglia. Un breve brindisi con la moglie e poi la lettura dell’ultimo libro donato da un amico, con un titolo molto significativo: «Giustizia bendata», di Adriano Prosperi. Niente bagni di folla in piazza, quindi, come qualcuno aveva fantasticato. Ma il sindaco dimissionario aveva ben altro programma. Aveva pronte le valigie per passare serenamente il Capodanno sulla neve, a Rivisondoli.

L’intenzione era quella di dimenticare almeno per qualche ora l’incubo che sta vivendo dal 15 dicembre, da quando è finito agli arresti domiciliari. Alla vigilia di Natale è tornato libero e poi ha prenotato l’albergo. Ma il viaggio è saltato all’ultimo momento, perché i suoi tre figli, di 3, 7 e 9 anni, si sono ammalati: sono tutti al letto con la febbre. Ieri, anche lui era raffreddato. Il periodo nero per il sindaco dimissionario sembra non finire più.

LE VISITE DEGLI AMICI. Testimonianze di solidarietà non sono mancate nemmeno nell’ultimo giorno dell’anno appena concluso. Luciano D’Alfonso ha ricevuto nella sua abitazione decine di visite e centinaia di telefonate e di messaggi sms sul suo cellulare di politici e cittadini che gli hanno fatto gli auguri e lo hanno invitato a tenere duro.

Per tutta la giornata di mercoledì scorso si sono susseguite le visite di assessori e consiglieri comunali del Pd. Si sono visti il vice sindaco, Camillo D’Angelo, il consigliere, Stefano Casciano, il capogruppo, Moreno Di Pietrantonio, il segretario cittadino e consigliere, Gianluca Fusilli, l’assessore, Antonio Blasioli e il consigliere, Enzo Del Vecchio, diventato in questi giorni il suo portavoce ufficiale. Poi, ieri, sono arrivati Tommaso Coletti, Marino Roselli, Stefania Misticoni e Gaetano Novelli. Nessuna chiamata da Roma.

LA VOCE DI MARCOTULLIO. Ieri, Capodanno, altre telefonate, tra cui quella molto gradita del manager ed ex sindaco di Penne, Lucio Marcotullio. D’Alfonso, in compenso, continua ad evitare ogni contatto con gli organi di informazione in questo momento così delicato. Rimarrà in silenzio almeno fino a lunedì prossimo, quando dovrà per forza uscire allo scoperto per dire se intende confermare o ritirare le dimissioni dalla carica di sindaco. Il 5 è l’ultimo giorno utile e per l’occasione starebbe pensando di organizzare una conferenza stampa.

DOMANI LA CONVENTION. E’ quasi scontato, invece, che non sarà presente alla manifestazione organizzata dal Pd per domani pomeriggio, alle 16, al teatro Sant’Andrea, per ricordare le opere realizzate e i risultati raggiunti dall’amministrazione nei 68 mesi di governo della città. Parteciperanno politici e cittadini. Sarà una sorta di convention, ma senza il protagonista principale, D’Alfonso. Dovrebbe aprire i lavori il vice sindaco, Camillo D’Angelo e poi interverranno alcuni cittadini.

L’ATTESA DA ROMA. «Al 90 per cento D’Alfonso confermerà le sue dimissioni», dicono i consiglieri che in questi giorni hanno avuto modo di parlare con lui. Ma il primo cittadino dimissionario avrebbe ancora qualche dubbio. Attende in realtà un segnale da Roma, dal suo partito, il Pd. Qualcuno che gli confermi la fiducia e lo inviti ad andare avanti, dimostrando di essere estraneo alle pesanti accuse avanzate dai magistrati nei suoi confronti. Ieri pomeriggio, in proposito, si è svolto un incontro riservato tra alcuni assessori e consiglieri proprio per parlare di questa possibilità.

Tra l’altro, mercoledì prossimo è previsto un altro appuntamento importante: un’assemblea del Pd con una relazione del commissario, Massimo Brutti. E in vista di questa iniziativa, c’è chi propone una revoca del commissariamento con il ritorno di D’Alfonso alla guida regionale del Pd. Ma in queste ore si fanno tante ipotesi. Qualcuno adesso parla addirittura della possibilità, se le dimissioni dovessero essere confermate, di ricandidare D’Alfonso a sindaco della città. Ammesso, però, che riesca a risolvere i suoi guai giudiziari in tempo.