D'Alfonso: «Pescara pensa in piccolo»

Tavola rotonda sulle prospettive dell’Adriatico. Bagno di folla per l'ex sindaco: «Servono nuove guide»

PESCARA. «Il ponte lega e collega, fa camminare insieme: questo è il suo valore. Il ponte non è il sorriso del progettista, non è la discussione sulla sua altezza o sul pericolo per i pescherecci: il ponte è il segno che abbiamo voluto coltivare, il simbolo di un pensiero lungo per farci capire quale sarà la nostra prospettiva».

Seduto a un tavolo dello stabilimento Apollo, proprio a due passi dal ponte del Mare, l'ex sindaco Luciano D'Alfonso è stato il perno di un «pomeriggio interessante, colto e caldo» - come ha esordito - che aveva per titolo «Uno sguardo dal ponte», una tavola rotonda organizzata dall'Istituto per gli studi adriatici (Isad) per parlare dell'Adriatico e delle sue prospettive. «L'acqua è il superamento delle ristrettezze di vedute e Pescara deve avere un pensiero lungo, dirci quali saranno le sue prospettive. E allora mi auguro che l'Abruzzo e la città possano riprendere questo pensiero e farlo con una nuova guida». E' l'auspicio dell'ex sindaco arrivato alla fine di una chiacchierata di una ventina minuti iniziata con strette di mano, applausi e, prima ancora, il passaparola tra i cittadini: «Ma quando arriva lui?», «se non ci stava D'Alfonso, chi ci avrebbe regalato questo ponte». Così, l'ospite più atteso del convegno organizzato dal presidente dell'Isad Marilena Giammarco è arrivato alle 18.30 e si è seduto, intanto, in platea ascoltando l'intervento di Giammarco e quello del docente dell'università di Padova Lorenzo Braccesi.

Stretto tra l'ex assessore Massimo Luciani e Bruno Santori, il presidente Sanmar, D'Alfonso ha accarezzato un bambino, ha preso qualche appunto per poi lasciare la sedia in prima fila e raggiungere il tavolo dei relatori per raccontare a circa 200 tra cittadini e fedelissimi qual è il suo sguardo da quel ponte inaugurato l'8 dicembre 2009 insieme all'attuale sindaco Luigi Albore Mascia mai nominato ieri, ma a cui D'Alfonso ha inviato la sua idea di città. «Il mare Adriatico, per noi, deve stare in capo all'agenda perché il mare come collegamento è fondamentale per i giovani e per gli imprenditori», ha iniziato D'Alfonso che ha parlato alle signore che si sventolavano con i ventagli, ai più giovani e ai tanti amici della sua amministrazione Enzo Del Vecchio, Gianluca Fusilli, Roberto Balducci.

«Qual è il vincolo che ci consente di pensare in grande, di pensare Pescara in Europa, nel mondo? E' l'acqua, perché è superamento, è ragione di vita, è sapienza, consente e facilita le relazioni». E' dall'acqua che D'Alfonso vorrebbe che Pescara traesse la sua forza per vedute più ampie. «Leggo, studio diritto e rifletto sul passato e sul futuro», aveva detto pochi istanti prima entrando nello stabilimento. «E dovete sapere», si è rivolto poi alla pleatea, «che ho scoperto che nel 1053 c'era una comunità di nome Lauditello, vicino a Larino, in cui nacque la contea voluta da Roberto l'astuto e che metteva insieme Abruzzo e Molise. Ecco, bisogna pensare a un'unione tra Abruzzo, Molise e Marche». Accanto al sindaco, il capogruppo Pd Moreno Di Pietrantonio, l'ex consigliere provinciale Aurelio Giammorretti, Srecko Jurisic dell'università di Spalato che sono poi intervenuti sulle frontiere che può aprire l'Adriatico. «Vorrei che a Pescara potessero nascere iniziative per mettere insieme quello che è separato, per unire ciò che è prossimo», ha concluso D'Alfonso. «E per farlo ci vuole un grande progetto».

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