L'INTERVISTA

D'Andrea: «Abbiamo perso la guerra me ne vado da casa mia»

L’ex finanziere a capo della protesta dei residenti, lascia la collina: «Dopo l’ultima sentenza non ci sono più speranze, costretto ad andare via»

PESCARA. «La guerra, a San Silvestro, ormai è persa e l’abbiamo persa dopo l’ultimo processo in cui quei magistrati che avrebbero dovuto restituire dignità alla legge l’hanno sepolta lasciando vincere i delinquenti. Anziché fare gli arbitri, i giudici si sono messi la stessa maglietta degli inquinatori». Mariano D’Andrea, ex ufficiale della guardia di finanza, è il primo residente che si è schierato contro le antenne. Una lotta lunga più di vent’anni fatta di studi ed esposti. Ma, adesso, ha preso la sua decisione: «Purtroppo, per problemi di salute e anche per evitare di impugnare armi e farmi giustizia da solo, preferisco andarmene da San Silvestro». Dopo la raffica di prescrizioni con la sentenza del 7 gennaio 2016, a San Silvestro domina la rassegnazione.

D’Andrea, un’altra inchiesta sulle antenne: cosa ne pensa?

«Avrei fiducia in un’inchiesta solo se fosse affidata alla Dda e a poliziotti che fossero davvero “intoccabili”, come nel celebre film. Le prime denunce risalgono al 1996 ma quegli esposti hanno innescato tante inchieste a perdere, così le chiamo io, perché non hanno portato a nessun risultato: anni e anni per non fare niente. Per esempio, tra l’altro, io ho fatto opposizione a una richiesta di archiviazione basandomi su 18 punti fermi ma un giudice ha deciso per la chiusura del caso in un rigo e mezzo senza motivazioni giuridiche: questo è uno stupro della Costituzione. A proposito dell’Ilva di Taranto, Franco Sebastio ha scritto che i magistrati fanno la guerra non per l’ambiente ma contro i reati: come mai questo non accade a Pescara? A casa mia il valore delle emissioni elettromagnetiche è ancora superiore del doppio rispetto ai limiti di legge e, in questa situazione, sono costretto ad aspettare gli esiti nefasti sulla mia salute e su quella dei miei familiari».

Il primo processo con 18 imputati si è chiuso con una raffica di prescrizioni: se l’aspettava?

«Assolutamente sì. Sono stati persi più di 6 anni e, in questo periodo, è stato chiesto anche all’Arta di fare nuovi controlli perché gli stolti pensavano che con l’avvento del digitale terrestre i valori si sarebbero abbassati. Invece, si è scoperto che i valori sono rimasti sempre uguali e i magistrati, anziché sostenere la continuità del reato, rilevabile anche d’ufficio, ne hanno escogitato la prescrizione».

È stato contestato il reato di «getto di cose pericolose»: niente di troppo grave per la legge, giusto?

«Ma a San Silvestro ci sono tanti altri reati, compresi gli abusi edilizi. Per esempio, gli impianti del digitale sono stati installati senza alcuna autorizzazione della Soprintendenza ma, su questo, nessuno ha voluto controllare il rispetto del piano paesistico».

E le antenne restano sempre vicino alle vostre case?

«San Silvestro non è sito di piano. In base agli atti ufficiali, è come se fosse un terreno agricolo: i ripetitori digitali televisivi non dovrebbero stare qui e questo è scritto anche sui titoli di utilizzo delle frequenze».

E allora perché nessuno fa rimuovere le antenne?

«La risposta, una volta, l’ha data l’onorevole Vincenzo Vita, ex sottosegretario alle Telecomunicazioni, durante una visita a San Silvestro accompagnato dall’attuale vicepresidente del Csm Giovanni Legnini. In quell’occasione, Vita ha detto che gli impianti televisivi sono abusivi, che la loro presenza è un reato ma purtroppo non si interviene per un conflitto di interessi».

E secondo lei, un giorno, saranno spostate le antenne?

«No. Per ora, il segnale in digitale terrestre è l’unico che garantisce la ricezione e non si farà niente. Batteremo il record dell’illegalità».

Le antenne restano, se ne andranno i residenti?

«Purtroppo, io per problemi di salute e anche per evitare di impugnare armi e farmi giustizia da solo preferisco andarmene da San Silvestro».

È una sconfitta dopo tanti anni di lotta?

«È una scelta forzata: subisco la violenza dei poteri mafiosi, così mi allontano come si sono allontanate dalla Sicilia tante persone oneste».

E lei d’ora in poi lascerà perdere l’elettrosmog?

«Da ex uomo di legge penso che, ormai, la guerra sia persa e l’abbiamo persa dopo le ultime vicende giudiziarie in cui quei magistrati che avrebbero dovuto restituire dignità alla legge l’hanno sepolta lasciando vincere i delinquenti».

C’è rassegnazione?

«In questi anni, i ragazzi di San Silvestro hanno scritto alle autorità per chiedere giustizia e per ribadire il diritto di vivere in un ambiente salubre ma nessuno si è degnato di rispondere e questo la dice lunga su quanto sia sporca la coscienza di tante persone che, poi, in televisione fanno dichiarazioni sul rispetto della legge. Spero che un domani ci sia una rivoluzione per ribaltare i poteri pseudo forti. Qua ci vorrebbe un tribunale del popolo». (p.l.)

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