D’Incecco: «Necessari sistemi di controllo del credito»

PESCARA. La crisi internazionale e il sistema bancario locale, la finanza globale e i metodi di misurazione dei capitali e, infine, il caso specifico della Cassa di risparmio della provincia di...

PESCARA. La crisi internazionale e il sistema bancario locale, la finanza globale e i metodi di misurazione dei capitali e, infine, il caso specifico della Cassa di risparmio della provincia di Chieti (Carichieti) e la gestione «oculata e prudente» della clientela messa in atto negli ultimi anni. Questi argomenti, ieri mattina a partire dalle 12, hanno aperto il ciclo di seminari organizzati dal dipartimento di Economia aziendale dell’università D’Annunzio di Chieti e Pescara. Come ha spiegato Augusta Consorti, direttore del dipartimento di Economia aziendale e ordinaria di strategia aziendale, gli studenti dei corsi di laurea triennale e specialistica in Economia e management si sono confrontati con i professionisti locali per entrare in contatto con la realtà operativa del sistema creditizio abruzzese e riuscire ad andare al di là delle nozioni base apprese sui libri.

Il dottore commercialista Alfredo D’Incecco, professore di Macroeconomia, e Roberto Sbrolli, direttore generale della Carichieti, hanno illustrato ai ragazzi il ruolo ricoperto dalle banche locali nel fronteggiare la situazione di profonda crisi che attualmente stanno attraversando le imprese abruzzesi e il particolare ruolo svolto dalla Carichieti.

«Si possono mettere in atto tantissimi sistemi di controllo del credito», hanno spiegato, «ma i controlli vengono effettuati sempre a posteriori. Quindi scelte non oculate da parte del management, e quindi da parte del direttore generale e finanziario, possono produrre danni immani ai risparmiatori e agli imprenditori». L’invito finale, accolto dall’applauso della ricca platea di studenti riunita in un’aula dell’ateneo di viale Pindaro, è quello di «agire sempre con una certa etica» una volta immessi nel mercato del lavoro, perché «è stato dimostrato che i furbetti fanno sempre una brutta fine».

Ylenia Gifuni

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