Da Pescara a Penne, tutti i guai del presidente

Un blitz a Palazzo Silone ordinato dai pm aquilani innesca i diversi filoni investigativi che lo riguardano

L’AQUILA. I guai giudiziari per il presidente della Regione sono iniziati a metà dello scorso mese di febbraio quando i carabinieri del Noe fecero un blitz nella sede aquilana dell’ente, a Palazzo Silone, per acquisire documenti e materiale informatico riguardanti appalti caratterizzati da procedure ritenute opache.

Da allora sono stati aperti una decina di filoni investigativi con 33 indagati. L’inchiesta della Procura della Repubblica dell’Aquila, dunque, indaga a largo raggio su una serie di vicende, alcune delle quali coinvolgono, tra gli altri, il presidente Luciano D’Alfonso come pure, in altra storia, tre autorevoli componenti della sua giunta: gli assessori Marinella Sclocco, Silvio Paolucci, Dino Pepe.

D’Alfonso, che in più occasioni ha sempre respinto ogni accusa, è indagato sui lavori di restauro delle case Ater di Pescara. Al presidente della Regione è stato contestato il reato di turbata libertà degli incanti nella scelta del contraente. Si ipotizza, dunque, che ci siano state delle interferenze illecite nella redazione del bando. In questa vicenda sono indagati anche i vertici dell’Ater di Pescara all’epoca dei fatti.

Simili contestazioni ci sono per un progetto del Masterplan Abruzzo. La procedura nel mirino del pm Antonietta Picardi è quella per la realizzazione del Parco didattico del Lavino, per 3 milioni e mezzo di euro, nel quale insistono diversi paesi tra cui Roccamorice, Abbateggio, San Valentino, Scafa, Manoppello e Lettomanoppello, Comune natio dello stesso D’Alfonso.

Nella maxi-inchiesta c’è anche il filone inerente alla vendita di un immobile a Penne e qui il presidente è indagato per corruzione intesa come pressione indebita mentre l’ex sindaco del paese, Rocco D’Alfonso, è indagato per abuso d’ufficio. Nel mirino la vendita di un fondaco comunale in quanto l’ente doveva fare cassa per evitare il dissesto. Per la cessione era necessario l’ok della Soprintendenza chiesto dal sindaco. Visto che non arrivavano risposte, il presidente della Regione telefonò a un funzionario per sollecitare il parere. Questa telefonata fu intercettata e ritenuta illecita.

L’appalto più importante tra quelli nel mirino della Procura è quello dei restauri di Palazzo Centi, ex sede aquilana della giunta regionale fino al sisma del 6 aprile 2009. Si tratta di lavori per ben tredici milioni. Tra gli indagati, una decina, non c’è D’Alfonso. Questo è uno dei filoni più avanzati e, nelle prossime settimane ci possono essere degli sviluppi per avviarlo alla definizione. Al momento le contestazioni sono caratterizzate da capi di imputazione decisamente stringati, ma la Procura ancora non svela le carte che ha in mano e nemmeno le copiose intercettazioni su cui poggiano queste indagini.

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