Dagli anni Ottanta sulle tavole degli italiani

La storia di un brand che nasce con la famiglia Faroni e viene pubblicizzato anche da Pippo Baudo

CANISTRO. Chi pensa che l’acqua Santa Croce sia arrivata sulle tavole degli italiani con l’imprenditore molisano, Camillo Colella, si sbaglia di grosso.

L’acqua dalle proprietà organolettiche speciali che sgorga nella cuore della Valle Roveto negli anni ’80 venne imbottigliata dalla famiglia Faroni che ha gettato le basi per il lancio ufficiale della Santa Croce. Inizialmente la produzione era ridotta e l’approccio al mercato procedeva lentamente.

Ma nella prima metà degli anni 90 alla guida del gruppo, arriva Cristopher Faroni che subito mette su una rete commerciale solida in grado di aumentare a dismisura le vendite di bottiglie in vetro e in plastica.

Una vera e propria rivoluzione che porta la Santa Croce nelle classifiche delle migliori acque italiane. Nel 2003 l’azienda ottiene la certificazione di qualità aziendale Vision 2000 e poco dopo sfonda sul piccolo schermo grazie a Pippo Baudo, testimonial dell’acqua, che passeggia insieme a Faroni junior nei pressi della sorgente e mostra a tutta Italia da dove arriva l’acqua Santa Croce.

Nel 2007 il gruppo Faroni vende al gruppo Colella che fa capo a Camillo Colella. Nel 2011 iniziano i primi problemi.

Scatta la cassa integrazione per gli 83 dipendenti. Nel 2013 Equitalia presenta il conto a Santa Croce di 15milioni e minaccia di mettere all’asta le infrastrutture.

A dicembre Colella annuncia nuovi esuberi ma poi, nell’estate del 2014, si trova un accordo per i contratti di solidarietà. Nel frattempo, però, è scaduta la concessione regionale e l’ente chiede a Colella un piano industriale per andare avanti.

Il patron della Santa Croce non presenta alcun documento e, nella primavera del 2015, decide di partecipare alla gara. L’acqua Santa Croce, intanto, diventa sponsor del Pescara calcio in serie A (2012-2013) e dell’Avezzano calcio che milita in serie D.

Dopo qualche mese, Colella si aggiudica di nuovo la concessione, ma poi il Comune di Canistro si oppone e arrivano nuovi problemi finanziari per l’imprenditore.

Alla fine la Regione mette i sigilli ai rubinetti. La mediazione si cerca ma non arriva.

La Regione nel frattempo prepara un nuovo bando e Colella licenzia gli operai. Le forze dell’ordine sequestrano migliaia di bancali d’acqua e inizia l’ennesimo braccio di ferro tra l’ente regionale e l’azienda.

Tra corsi e ricorsi giudiziari, sugli scaffali dei supermercati spunta anche l’acqua Santa Croce imbottigliata nella Sorgente Castellina a Castelpizzuto, azienda molisana di Colella e arrivano nuovi guai con la Guardia di finanza con il sequestro di alcune quote della società.

All’inizio del mese di marzo il Tar dell’Aquila ha respinto i ricorsi delle società Santa Croce e Italiana Beverage, entrambe del Gruppo Colella, contro il bando per la concessione della sorgente Sponga di Canistro lanciato dalla Regione Abruzzo lo scorso 15 dicembre.

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