Dalla stazione a Porta nuova: dormitorio abusivo a Pescara

Terminal bus e area di risulta invasi poche ore dopo lo sgombero, trovata un’ascia

PESCARA. Trentacinque persone accampate nel giardinetto, altre 10 dormono strette dentro un’aiuola e nascoste da un furgone, una decina trova riparo sotto un albero con i panni stesi sul recinto del Ferrhotel, una ventina dentro le tende montate tra le auto parcheggiate. Benvenuti nel giardino del terminal bus e nell’area di risulta. Il centro di Pescara è invaso dai disperati. E stavolta sono i numeri a dire che non si può parlare più di bivacco. In 7 giorni, la polizia municipale e gli operai di Attiva sono arrivati due volte per sgomberare l’area e ripulirla ma, finora, non è servito a niente.

[[(Video) Gli accampamenti notturni dei disperati a Pescara]]

Invisibili con l’ascia. Nella notte tra mercoledì e giovedi, quasi all’una, Pescara è ancora viva: ci sono persone che arrivano al terminal bus per prendere il pullman e andare a Roma; altri aspettano i parenti che ormai stanno per arrivare sempre in autobus da Roma; ci sono i ragazzi che parcheggiano sull’area di risulta per andare nei locali della movida di via Battisti. Il degrado si incrocia nel giardinetto lungo il confine con corso Vittorio Emanuele: i disperati sono in fila per terra, dormono stesi sui cartoni e sono coperti con gli asciugamani. Sembra la fotografia scattata in un campo profughi. Eppure, poche ore prima, qui sono arrivati i vigili urbani e gli operai di Attiva per mandare via i disperati e ripulire l’accampamento abusivo.

Il bilancio dell’operazione di pulizia è stato di due camion pieni di immondizia. Sull’erba materassi, pentole e i cartelli per chiedere l’elemosina in giro per la città: «Ho fame», recita uno. Ma, in mezzo alla siepe, la polizia municipale ha scoperto anche un’ascia e dei coltelli che, poi, sono stati sequestro. Soltanto qualche ora dopo, lo stesso giardinetto è ancora un campeggio di senzatetto. Ci sono 23 gradi e mezzo: sembra una notte ideale per dormire all’aperto. Nella zona più vicina alla siepe ci sono le famigliole che, con un cartone alzato e usato come parete, cercano un briciolo di riservatezza: un uomo e una donna dormono abbracciati e, in mezzo a loro, riposa anche un bambino. Poi ci sono ragazzini e adulti. Secondo la polizia municipale, sono romeni: seguendo i loro movimenti, i vigili urbani hanno notato che portano spesso sacchi di oggetti in un’attività di spedizioni da e verso la Romania che si trova nella vicina via Mazzini.

Aiuole dormitorio. Anche le aiuole dell’area di risulta sono mini dormitori: le persone dormono una accanto all’altra, sembrano immobili, poi, si vedono le braccia che si muovono e i corpi che si spostano. Intorno alle aiuole, ci sono scatoloni, scarpe, batterie per auto. Un altro gruppetto è sotto l’albero più grande nel parcheggio del Ferrhotel.

 

Famiglie in tenda. Nella parte dell’area di risulta che si affaccia su corso Vittorio, ci sono le tende accanto ad auto e furgoni. Sul recinto in cemento, sono appesi i vestiti e i cappellini; a terra confezioni di acqua, un passeggino e un cane che dorme. E c’è una famiglia stesa per terra: il padre dorme sopra delle assi di legno, mentre un bambino su un materasso di fortuna è coperto con un piumino. Passano le auto dei pescaresi, illuminano la zona e, all’improvviso, gli invisibili si vedono tutti: soltanto nel terminal bus e nell’area di risulta, si contano almeno 75 persone.

Ordinanza inutile? Eppure per quest’area vale un’ordinanza firmata, martedì scorso, dal sindaco Pd Marco Alessandrini che prevede il divieto di occupare la zona tra l’ex mercato dei senegalesi, il sottopasso ferroviario di via Ferrari, via De Gasperi e la stazione di Pescara centrale: un’ordinanza che, finora, non è riuscita a frenare gli accampamenti.

Il sindaco: più controlli. Il sindaco, dopo l’ultimo sgombero, spiega: «Ho chiesto ai vigili urbani un sacrificio in più affinché la sorveglianza sia concentrata nelle zone più a rischio e questo sta dando i suoi frutti. Abbiamo chiesto all’ufficio Verde di rendere l’area del giardinetto più visibile, com’è accaduto per lo spartitraffico adiacente dove a seguito dell’intervento si è ripristinata la visibilità dall’esterno, in maniera tale da rendere meno agevole il bivacco, andremo a fondo ai controlli sull’attività di export che a seguito della premura degli agenti è emersa, per verificare se tutto è in regola e agire di conseguenza in caso contrario». Poi, l’appello ai residenti: «Contiamo», dice Alessandrini, «anche sulla collaborazione dei cittadini che ci mandano segnalazioni sulle situazioni che si vengono a creare in città. Ho richiesto una particolare attenzione anche a ridosso delle isole ecologiche dove ci segnalano la presenza di persone che le usano come riparo e vi si accampano per frugare fra i rifiuti. Allargheremo la richiesta di particolare attenzione anche ai tavoli prefettizi per avere un controllo interforze sulla città».

Gli altri luoghi. Mentre sulla riviera di Pescara ci si diverte, con le file davanti agli stabilimenti Jambo, Hawaii e Lampara per le feste d’estate, nel centro della città c’è chi cerca la sua stanza all’aperto per dormire negli angoli più nascosti. Succede in via Fabrizi con una persona accampata sotto il murales dedicato al pilota Jarno Trulli: è coperta dalla testa ai piedi, vicino una valigia rossa e un paio di Nike. Gli altri senzatetto si incontrano sulle panchine di piazza Sacro Cuore, sotto il distretto sanitario di Pescara sud in via Rieti, sul lungofiume nell’antico bastione di Ostia Aterni a un passo da corso Manthoné e negli anfratti della stazione.

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