«Danneggiata la pista ciclabile»

Forza Italia accusa le giostre e in viale Regina Margherita è polemica sul colore

PESCARA. «Le giostre della festa di Sant’Andrea se ne sono andate, ma i danni alla pista ciclabile sul lungofiume nord sono rimasti». La denuncia arriva dal coordinatore cittadino di Forza Italia Guido Cerolini. «Hanno rispettato il più prevedibile dei copioni e hanno lasciato evidentemente il segno i postumi della celebrazione dedicata al santo dei pescatori», afferma, «questo grazie all'indifferenza della giunta Alessandrini che per il primo anno ha permesso l'installazione delle giostre sul lato sud della golena nord, ovvero sopra la pista ciclabile costata decine di migliaia di euro alla Fater e cinque anni di cantiere».

«Rimontate le giostre», aggiunge, «sono rimasti i segni delle bullonature a terra, con l'asfalto del marciapiedi scheggiato o traforato, com'era ovvio che accadesse, oltre alle macchie d'olio usato per le strutture. E ancora lunedì mattina i Tir, con le giostre sopra, erano parcheggiati sulla pista, mentre i ciclisti transitavano pericolosamente in mezzo alle auto, senza un vigile né un tecnico comunale a sanzionare o risolvere il problema».

«A questo punto», avverte il coordinatore, «rigiriamo la segnalazione direttamente alla commissione Vigilanza del Comune, presieduta dal consigliere Carlo Masci, chiedendo audizione e di acquisire tutte le autorizzazioni, le delibere, le determine dirigenziali e le ordinanze per la disciplina della festa per capire chi ha autorizzato e permesso un tale scempio del patrimonio pubblico».

Ed è lo stesso Masci a scatenare un’altra polemica, che riguarda stavolta la pista ciclabile di viale Regina Margherita, ultimata proprio ieri. Il presidente della commissione attacca l’amministrazione comunale per aver deciso di colorare di azzurro il tracciato per le bici. «Su viale Regina Margherita», dice, «non bastava il ripristino di una viabilità folle che l'ha riempita nuovamente di oltre diecimila macchine e di smog. Non bastava il taglio dei pini storici. Non bastava una pista ciclabile inutile e dannosa costantemente invasa dalle auto che giocoforza dovranno scavalcare la perenne doppia fila. Adesso c'è anche la penalizzazione dal punto di vista estetico e del colore». «La pista ciclabile celeste», conclude, «è come un pugno in un occhio in un contesto ambientale pieno di verde. Proprio uno “scandalo al sole”, mi viene in mente il titolo di un famoso film, solo che qui lo scandalo è reale».

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