Davide resta in carcere «Ma non ricorda la dinamica»

Il difensore dell’assassino De Marco: il ragazzo non sta bene, è molto giù e non sa spiegarsi cosa sia successo davvero in quell’appartamento

PESCARA. È in carcere dal 2 dicembre scorso, il giorno del delitto. Quel delitto che, a distanza di oltre due mesi, «non riesce ancora a spiegarsi». Così, ripete Davide Troilo, 32 anni, al suo avvocato Giancarlo De Marco. «Davide non sta bene, sta molto giù», dice l’avvocato, «e non si sa spiegare cosa sia successo davvero quel giorno in quella casa. Non riesce neanche a ricordare bene la dinamica: ha le idee confuse». Un ragazzo che ormai sa che la sua vita sarà segnata per sempre da un gesto che nessuno poteva aspettarsi. «Davide sta molto giù», dice ancora De Marco, «non tanto per la condanna, ma perché ha ucciso una persona senza alcuna intenzione di farlo». È una frase pesante perché la vita di Jennifer Sterlecchini, in pochi minuti, è finita in un bagno di sangue ad appena 26 anni dopo una serie di coltellate.

Intorno alle 11,35 del 2 dicembre 2016 Jennifer e la mamma stavano caricano sulla loro Seicento gli oggetti della ragazza: Jennifer e Davide si erano lasciati e lei stava andando via dalla casa di via Acquatorbida. Pochi minuti dopo, Davide ha portato Jennifer in casa e ha chiuso la porta a chiave. Nell’appartamento al primo piano della villetta è iniziata una discussione per un tablet. Nessuno ha visto niente e l’unica versione è quella di Troilo. Di certo, è spuntato un coltello e Davide ha colpito la ex fidanzata più volte. Jennifer ha fatto in tempo a chiedere aiuto con un ultimo urlo ma quella porta chiusa è stata un muro tra la vita e la morte: le grida della ragazza sono state sentite dalla madre in cortile e hanno attirato un vicino che ha sferrato pugni alla porta nel disperato tentativo di farsi aprire. Davide ha aperto la porta ma l’ha fatto quando ormai era troppo tardi per salvare Jennifer: la ragazza è morta in pochi minuti.

Durante l’interrogatorio di garanzia, Davide ha parlato di uno scatto d’ira e che, addirittura, sarebbe stata la ragazza la prima a prendere in mano un coltello.

Cosa è accaduto a un passo dalla porta d’ingresso lo diranno le perizie dei carabinieri del Ris di Roma che, nel giro di poco tempo, dovrebbero arrivare al comando di Pescara. Anche l’analisi dei tabulati potrebbe spiegare meglio i rapporti tra i due ragazzi.

Resta un omicidio inspiegabile per la difesa di Davide: «È stata una lite scoppiata per niente», dice l’avvocato, «è un delitto senza un vero movente perché in quel momento non sembrava esserci alcun problema». ©RIPRODUZIONE RISERVATA