LE STORIE

Debiti e bollette famiglie sul lastrico

PESCARA. «Prova tu a tornare a casa da tua moglie e dirle che da quattro mesi non prendi lo stipendio». La disperazione di Alfonso Tiberi esplode in faccia al sindaco, al presidente della Provincia,...

PESCARA. «Prova tu a tornare a casa da tua moglie e dirle che da quattro mesi non prendi lo stipendio». La disperazione di Alfonso Tiberi esplode in faccia al sindaco, al presidente della Provincia, a tutti quelli che assistono alla manifestazione dei pescatori. La rabbia di Alfonso è la rabbia di tutti, marinai e armatori, uniti nel dramma quotidiano del lavoro che non c’è, delle bollette che si accumulano, dei debiti che crescono.

«Dentro le famiglie non si campa con 500 euro», dice Massimo Camplone. «Ho 1.800 euro di bollette dell’acqua, il telefono me l’hanno già staccato e non so come pagare le riparazioni alla barca, che ha fatto 20 mila euro di danni col fondale basso», si dispera Mario Camplone, «A 51 anni sono ridotto così, dopo 36 anni di lavoro. In famiglia siamo quattro e lavora solo mio figlio che prende 880 euro al mese. Qua siamo costretti ad andare dagli usurai, tutti. Il 99% di noi ha debiti e si vergogna anche a dirlo». «Io ho 26 anni, sono imbarcato da quando ne avevo 18», si sfoga Emanuele, «ora sto in disoccupazione e prendo 400 euro al mese. Ma io voglio lavorare».

«Ora sai che facciamo», ironizzano due pescatori, «prendiamo un gommone e attraversiamo l’Adriatico. Adesso saranno loro a dire “Avvistato gommone di italiani”. Hai capito? È finita che ci dobbiamo andare noi in Albania».

«Prima eravamo noi a portare qualcosa a casa», racconta Antonio Camplone, «ora sono i nostri parenti che ci aiutano. Chi ci dà 20 euro per una cosa, chi altri 20 per un’altra. Come vivo da 4 mesi? Metto a posto casa, faccio l’imbianchino. Poi se qualcuno mi fa l’elemosina faccio anche benzina». ©RIPRODUZIONE RISERVATA