"Del Turco ci fece dare più soldi alle cliniche"

L'accusa in aula dell'ex direttore Asl Jenca, il legale dell'ex governatore: lo denuncio

PESCARA. «Giancarlo Masciarelli mi diceva che dovevo fare esattamente quello che voleva lui altrimenti sarei stato estromesso. "Hai visto cosa è successo a Catalano?", mi avvertiva. "Non vogliamo che succeda ancora"». Sono state le testimonianze di alcuni ex direttori delle Asl a tratteggiare uno spaccato della sanità e dei rapporti tra la Regione e le case di cura soprattutto sotto la giunta dell'ex presidente Ottaviano Del Turco. Direttori che sarebbero stati rimossi se non avessero firmato la delibera di giunta relativa della seconda cartolarizzazione, incontri e telefonate da parte dell'ex presidente della Fira Giancarlo Masciarelli per «premere» per quella firma: è questo quello che hanno raccontato prima l'ex direttore generale della Asl di Sulmona-Avezzano Fulvio Catalano e, poi, in maniera più corposa, l'ex direttore generale della stessa Asl Armando Jenca. «Dovevo essere cacciato perché non mi ero adeguato alle imposizioni contro legge della Regione», ha detto Catalano. «Masciarelli adossava sulla Asl di Avezzzano la colpa della mancata cartolarizzazione ma io non volevo piegarmi a quel ricatto», ha detto Jenca.

ANGELINI DA' FORFAIT. E' stata un'udienza vivace quella che si è celebrata ieri nella maxi aula 1 dove alle 9.30 hanno preso posto i principali imputati del processo sanità: Ottaviano Del Turco, l'onorevole Sabatino Aracu, l'ex manager della Asl di Chieti Luigi Conga e gli ex assessori Vito Domenici e Bernardo Mazzocca. Non c'era invece il grande accusatore Vincenzo Angelini che avrebbe dovuto testimoniare ma che ha presentato il certificato medico. Dopo l'appello del presidente del collegio giudicante Carmelo De Santis l'udienza si è accesa con lunghe deposizioni, con la doppia dichiarazione spontanea di Conga, con le urla degli avvocati e la denuncia da parte del legale di Del Turco Gian Domenico Caiazza: «Denuncio Jenca per falsa testimonianza». Il filo rosso, per quasi 8 ore, è stata la seconda cartolarizzazione dei debiti della sanità in quella che, per l'accusa, è stata un'associazione a delinquere «che imponeva un sistema di gestione illegale dei rapporti con le case di cura private». Per il procuratore capo Nicola Trifuoggi e i pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli, l'ex presidente Masciarelli - che ha patteggiato 3 anni e 4 mesi sia per il processo sanità che per quello Fira - «isolava e rimuoveva i pubblici funzionari non accomodanti».

«9 MILIONI IN PIU'». «Sono stato direttore generale della Asl di Avezzano fino al gennaio 2006 e mi sono dimesso per evitare che mi cacciassero», ha spiegato il testimone Jenca che, nel procedimento, è parte offesa. «Un giorno vennero nella Asl di Avezzano l'ex assessore Mazzocca, Masciarelli, Giancomo Obletter e il segretario di Mazzocca Angelo Bucciarelli. L'assessore mi disse che era venuto per ridare tranquillità all'ambiente. "Non avrà problemi", mi disse, e andò via dicendomi così: "La lascio nelle mani di Masciarelli". Nell'incontro con il presidente della Fira ci fu una lite furibonda perché io non volevo fare quello che mi diceva. Non volevo firmare la delibera regionale relativa alla certificazione dei crediti che riconosceva alle case di cura 9 milioni in più rispetto ai crediti certificati dalla Asl di Avezzano: una parte riferita a prestazioni inappropriate e un'altra per crediti extra budget. Alla fine pensai che avrei potuto recuperare quei soldi sospendendo successivamente i pagamenti alle case di cura».

«FALSA TESTIMONIANZA». Dopo 2 ore di deposizione, è il turno del legale di Del Turco e quando l'avvocato inizia a incalzare Jenca si alzano i toni. «E' vero che la delibera ha poi recepito quella clausola di salvaguardia dei 9 milioni e mezzo?», ha domandato. «Non lo so», ha risposto Jenca. «Ma come? Prima si è battuto tanto e poi non si è interessato di conoscere l'esito?» ha incalzato Caiazza. «C'è un'intercettazione del 13 gennaio 2006 in cui parla con Masciarelli e in cui si dice che la delibera sarebbe stata concordata», fa Caiazza. «Non ricordo», replica Jenca. L'intercettazione a cui ha fatto riferimento l'avvocato appartiene a un procedimento dalla procura di Vasto. Lo fa notare il procuratore Trifuoggi a cui segue l'intervento del presidente del collegio: «Non possiamo ammetterla». Ma per Caiazza il testimone ha mentito e decide di denunciarlo per falsa testimonianza.

PARLA CORDONE. Nel pomeriggio, è stato il turno dell'ex manager della Asl di Pescara Angelo Cordone che, sempre in riferimento a quella delibera, ha detto: «Masciarelli insisteva, non potevamo fare diversamente pena la decadenza dell'incarico. A me e agli altri direttori, veniva detto che era importante perché si trattava di salvare la situazione economica della Regione e che altrimenti saremmo andati a casa. Firmai come gli altri». Rapidissima, invece, la testimonianza di chi non approvò in giunta la seconda cartolarizzazione. E' stata l'ex assessore alle Politiche sociali Elisabetta Mura che ha detto: «Ho votato contro, ma per motivi politici non tecnici». Il processo sanità si ferma per la pausa natalizia e torna il 27 gennaio.

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