Delitto di Montesilvano, raffica di perquisizioni ma il killer non si trova 

Gli investigatori stringono il cerchio: blitz di notte nelle case di parenti e amici. Ma Fantauzzi è un fantasma: cellulare spento e bancomat mai usato da 8 giorni

PESCARA. Perquisizioni a raffica, anche di notte, a Pescara, Montesilvano e Collecorvino. E di giorno ricognizioni dall’alto con gli elicotteri. Ma Massimo Fantauzzi continua a essere un fantasma: il presunto assassino di Antonio Bevilacqua, il rom di 21 anni ucciso con una fucilata in faccia all’interno di un pub di via Verrotti a Montesilvano nella notte tra il 15 e il 16 settembre, è ancora latitante. In fuga da 8 giorni. Se è rimasto nella zona, così come ipotizzano i carabinieri, Fantauzzi potrebbe essere allo stremo: per questo, le forze dell’ordine lo cercano nelle case di parenti, amici e conoscenti. Sembra che avesse solo pochi spiccioli in tasca e, finora, non ha fatto un prelievo al bancomat; il suo cellulare è spento dalla notte del delitto. Finora, ogni pista imboccata si è rivelata un vicolo cieco.
Ma più i giorni passano e più Fantauzzi, abbandonato da tutti, potrebbe commettere un errore e tradirsi cadendo nella trappola della disperazione. Ecco perché gli investigatori hanno eseguito perquisizioni anche di notte a Pescara e in provincia: potrebbe chiedere un appoggio per mangiare, per dormire e continuare a nascondersi ma, finora, di lui non c’è traccia. E tutte le persone ascoltate dai carabinieri del Nucleo investigativo del reparto operativo, diretti dal maggiore Massimiliano Di Pietro e dal colonnello Gaetano La Rocca, ripetono ossessivamente la stessa litania: «Non l’abbiamo visto e non sappiamo dove possa trovarsi».
Dopo la divulgazione dell’identità e delle foto di Fantauzzi, ai carabinieri sono arrivate alcune segnalazioni ma, finora, tutte infondate. L’ultima immagine di Fantauzzi è sempre la stessa e riporta alle 2,50 del 16 settembre scorso quando è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza del pub BirraMi: nel video si vede mentre fugge con un cappuccio in testa, un passamontagna da motociclista e il fucile stretto nel pugno. Da quel momento, il buio.
Sull’identità dell’assassino, i carabinieri, coordinati dal pm Paolo Pompa, non hanno dubbi: finora a incastrare il sospettato ci sono i filmati delle telecamere e anche il racconto di un supertestimone ripreso accanto all’assassino pochi secondi prima del delitto proprio a un passo dall’ingresso del locale. Il testimone, già ascoltato, ha fornito la sua versione: «Massimo e Bevilacqua stavano litigando davanti al locale. Si sono pure spinti e, per evitare che finisse a botte», ha detto il testimone, un 58enne di Pescara, già implicato in passato in un altro omicidio, «io l’ho preso di peso e l’ho fatto salire nella mia macchina». Poi, l’avrebbe riaccompagnato a casa, a Montesilvano colle. Il testimone ha riferito che avrebbe lasciato Fantauzzi a casa mentre lui sarebbe tornato al pub per pagare il conto delle birre rimasto in sospeso. Il presunto assassino però si sarebbe cambiato i vestiti e, con la sua moto, una Honda Cbr 600, avrebbe raggiunto il pub. C’è un video in cui si vede il killer fare irruzione nel locale ma, poco prima, si nota un contatto tra l’assassino incappucciato e il testimone. Poi, l’assassino entra e il testimone se ne va. Un cenno d’intesa? No, secondo il testimone: «Con la mano destra mi ha spostato, quasi per bloccarmi. Aveva un cappuccio e un passamontagna: il fucile non l’ho visto subito. Mi sono ghiacciato e non ho capito niente, poi, ho sentito lo sparo e sono scappato». Agli investigatori, il testimone ha detto di non aver riconosciuto immediatamente il killer a causa del volto coperto e dei vestiti diversi rispetto a quelli che portava poco prima Fantauzzi.
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