Di Francesco: il rigore non c'era

L'allenatore furioso litiga con l'arbitro e rischia la maxi squalifica

VICENZA. Il sogno play off riposto nel cassetto. «Colpa di quell'episodio alla fine. Il fallo su Pinna era netto, non aggiungo altro, perché credo di essermi beccato anche tre-quattro giornate di squalifica. Sono inviperito», dice Eusebio Di Francesco, quantomai nervoso. La rincorsa al sesto posto è stata stroncata dal quel 2-2 conquistato dal Vicenza a tempo scaduto. «E' bastato un episodio per vanificare la rincorsa», aggiunge l'allenatore del Pescara.

«E' un peccato, perché avremmo meritato di coltivare questa speranza». E, invece, fine della corsa. «Non è il caso che io mi dilunghi sul rigore perché c'è un signore (un commissario di campo oppure uno dell'ufficio inchieste, ndr) qui in sala stampa pronto ad ascoltare eventuali commenti sopra le righe. E credo di aver già combinato abbastanza guai con il direttore di gara in mezzo al campo. Dico solo che quel penalty è ingiusto, perché conseguenza di un fallo non fischiato in precedenza».

Il Di Francesco-furioso diventa ancora più iracondo quando gli si parla delle esultanze appena accennate di Olivi e di Sansovini. «Parliamo di calcio, per favore. Le chiacchiere stanno a zero. Io, probabilmente, mi sono beccato dieci giornate di squalifica per proteste e voi mi chiedete conto di illazioni da bar? Ma lasciamo perdere...".

E sulla partita ecco il pensiero del tecnico: «Il Pescara ha giocato una buona gara, un primo tempo ottimo. Siamo ripartiti dopo la batosta contro il Livorno. Siamo anche riusciti a ribaltare il risultato. Ce l'avevamo fatta e, invece...".

Samuele Olivi in sala stampa ha spiegato il motivo dell'esultanza appena accennata dopo il gol. «Ho esultato», sostiene il capitano alla terza prodezza stagionale, «ci mancherebbe altro! Ma di certo non mi sono messo a fare le capriole perché tutti eravamo a conoscenza dei risultati degli altri campi ed eravamo ben consci del fatto che il nostro ormai non aveva grande importanza. Tutto qui. Ho esultato con rabbia al pensiero della partita di venerdì scorso, quella contro il Livorno. E' stata quella la chiave della nostra rincorsa alla zona play off».

Stizzito il dg biancazzurro Fabrizio Lucchesi che rivolto ai giornalisti ha detto: «Ci hanno rubato la partita e voi chiedete del perché i ragazzi hanno esultato o non esultato? Ma vi sembra il caso?».

Certo che sembra il caso! Anche Marco Sansovini ha spiegato il motivo per cui ha festeggiato in tono minore il gol del momentaneo 1-2. «Ero arrabbiato, la mia è stata un'esultanza rabbiosa», ha detto il centravanti romano, «cercavo il gol dall'inizio e non arrivava. Quando la palla è entrata dentro ho detto: "finalmente, era ora". Tutto qui, niente di particolare».

E sul rigore concesso al Vicenza a tempo scaduto? «Il fallo di Abbruscato su Pinna è stato netto, evidente. L'arbitro (direzione di gara abbastanza all'inglese ndr) doveva fischiare quel fallo, non il successivo di Pinna su Botta. E' un peccato».

Chi ha tutta l'aria di averla scampata bella è Rolando Maran, l'allenatore destinato a lasciare Vicenza, contestato durante la partita dai tifosi. «Abbiamo giocato in un ambiente ostile», ha detto il tecnico che sul rigore non si è espresso, ricordando a tutti che nel primo tempo ce n'erano due per il Vicenza. E' proprio vero che si può dire tutto nel calcio.

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