Di Mattia: un referendum per far decidere i cittadini

Il sindaco è d’accordo: «Con l’accorpamento meno vincoli e più finanziamenti pronto a dare il via a una consultazione, poi difenderò la scelta degli abitanti»

MONTESILVANO. «Sulla Grande Pescara serve un referendum: devono essere i cittadini a decidere il loro futuro. Io voterò sì o no? Io dirò sì alla Grande Pescara ma non sfrutterò la mia carica amministrativa e il mio ruolo politico per far vincere questa ipotesi. Il mio sarà il voto di un cittadino come tutti gli altri. Poi, a prescindere dalla mia scelta, mi batterò per difendere il volere dei residenti: se diranno sì alla Grande Pescara, allora, mi batterò in questo senso altrimenti farò il contrario anche se sarà come andare contro i propri ideali». Attilio Di Mattia, sindaco Pd di 36 anni, è uno che di lavoro usa i numeri – di professione è un analista finanziario – ma in politica è obbligato a utilizzare anche quella diplomazia che per la matematica è superflua. E parte proprio dai numeri Di Mattia per far capire quanto converrebbe unire Pescara, Montesilvano e Spoltore: «Con la fusione avremmo un milione e 300 mila euro in meno di spese per la politica tra consiglieri e assessori tagliati e con un solo sindaco; 5 milioni in meno per il personale; 6,7 milioni di risparmi per le società partecipate e la gestione dei beni. E poi, adesso la legge prevede anche un bonus di 15 milioni di euro e con la fame pazzesca di fondi si tratta di una cifra davvero grossa che consentirebbe di programmare scelte strategiche per il territorio». Poi, Di Mattia analizza un altro problema: «Per un Comune fare le riforme non è facile perché ci sono gli interessi di bottega. Basti pensare che ci sono 14.190 imprese a Pescara, 4.875 Montesilvano e quasi duemila a Spoltore. Avere un solo referente semplificherà le cose».

Di Mattia prosegue: «Con la fusione, la Grande Pescara sarebbe poco più piccola di Bari e più grande di Ancona e questo significherebbe avere potere contrattuale maggiore verso imprese e istituzioni. Ma la domanda vera che mi pongo è serve davvero l’istituzionalizzazione dell’accorpamento?», si chiede diplomatico il sindaco, «volendo ci sono già strumenti che consentono ai sindaci di collaborare: io per esempio ho un grande rapporto con il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia del Pdl e con quello di Spoltore, Luciano Di Lorito (Pd) e proprio con Spoltore abbiamo avviato una sinergia per un concorso da vigili urbani».

Ma chi potrebbe essere il sindaco giusto per una Grande Pescara? «Non lo so ma dovrebbe essere scelto con le primarie e non è detto che debba essere un politico di professione», la risposta. E Di Mattia vorrebbe farlo? «Io ho già troppe grane a Montesilvano», sorride il sindaco, «ma mi piacerebbe fare in modo che Montesilvano contasse davvero in una Grande Pescara». La sede del Comune potrebbe essere a Montesilvano: «Alla Stella Maris? Meglio metterci gli uffici del Comune che tenerla così abbandonata. Ma, in quel caso, forse i dipendenti dovrebbero essere controllati di più: potrebbero andarsene al mare anziché lavorare. Comunque, a dire la verità, un immobile così usato per fini burocratrici mi sembra davvero sprecato». E come dovrebbe chiamarsi la Grande Pescara? «Per me potrebbe chiamarsi anche Pescara ma nel nome un richiamo a Montesilvano e Spoltore è necessario. Chissà», scherza Di Mattia, «forse Mopespo».

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