«Discarica di Bussi, danni per un miliardo»

L’Avvocatura dello Stato chiederà un mega risarcimento nel processo per inquinamento che riprende oggi a Chieti

PESCARA. L'Avvocatura dello Stato chiederà agli imputati alla sbarra per la mega discarica di Bussi sul Tirino danni per oltre un miliardo di euro. A quanto si è appreso, è pronta anche una citazione in giudizio per Edison, erede della Montedison, in fase civile nell'eventualità di una condanna nel processo in Corte d’Assise a Chieti, che riprende questa mattina, con le richieste delle parti civili, fra le quali c’è anche il Comune di Pescara. Nella precedente udienza del 3 ottobre scorso, i pm Giuseppe Bellelli e Anna Rita Mantini, avevano chiesto 18 condanne e una assoluzione per i 19 imputati (il principale reato contestato è quello di avvelenamento delle acque), per un totale di 180 anni di reclusione.

«Lo Stato è al processo di Bussi sul Tirino per chiedere soldi per Bussi e per l'Abruzzo, non per portare denaro alla cassa del ministero o a Roma», ha spiegato l'Avvocatura dello Stato nel commentare le richieste di danno che verranno illustrate oggi alla ripresa del processo. Le provvisionali serviranno per permettere al territorio di riparare i danni decennali della mega discarica di veleni industriali della Montedison, oggi Edison, che, secondo l’accusa, avrebbe inquinato i pozzi di captazione dell'acquedotto della Val Pescara. Una parte della consistente richiesta di danni servirà anche, a quanto è trapelato, a «risarcire il grave danno di immagine arrecato all'Abruzzo e alla salute dei cittadini abruzzesi». A quanto si è appreso, non è da escludere una ulteriore richiesta risarcitoria proprio a favore della Regione Abruzzo.

Oggi, alla ripresa del processo, benché a porte chiuse (si tratta di un processo celebrato con il rito abbreviato), si farà vedere anche il presidente della Regione, Luciano D'Alfonso. La Regione Abruzzo è parte civile nel processo contro gli imputati. La richiesta di oltre un miliardo di euro di danni che verrà illustrata in aula dall'Avvocatura dello Stato non basterà a bonificare l'intero danno ambientale, ma solo «a riparare o arginare una situazione di eccezionale gravità».

L'Avvocatura dello Stato nella sua requisitoria rifarà il percorso storico dell'inquinamento e utilizzerà a sostegno delle sue tesi i “test isotopici”, esami condotti in autonomia rispetto alla procura di Pescara titolare dell'accusa nel processo in coroso a Chieti. L'Avvocatura, che rappresenta gli interessi dello Stato, del ministero dell'Ambiente e quindi della stessa Regione Abruzzo, con le sue richieste dovrebbe «certificare» il dramma di Bussi e la sua gravità quando ritiene la cifra di un miliardo di euro solo parziale e funzionale ad «arginare» l'inquinamento. (cr.pe.)

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