Donna uccisa, compagno fermato

Soffocata durante una lite nella casa abbandonata in cui i due vivevano

VILLA RASPA. L'avrebbe strozzata durante una lite violenta, per i soldi che non c'erano. E' morta così la donna trovata cadavere mercoledì in uno stabile abbandonato a Villa Raspa di Spoltore. Fermato il compagno. Per gli investigatori ci sono pochi dubbi: a ucciderla è stato lui.

Ad ammazzare Angela Mihalova, romena, 47 anni, sarebbe stato il compagno Georgiev Rashev, bulgaro, 57 anni durante una lite scoppiata per le condizioni di miseria in cui i due vivevano.

A ricostruire cosa è successo mercoledì pomeriggio a Villa Raspa e a fermare Rashev per omicidio volontario sono stati gli uomini della squadra Mobile della polizia, diretta da Nicola Zupo.

A mettere in moto la polizia è stata una telefonata arrivata al 113 mercoledì sera, intorno alle otto e mezzo. Un uomo segnalava che a Villa Raspa in un casolare c'era un cadavere. Quell'uomo era il figlio di Georgiev Rashev, un ragazzo di 25 anni che vive e lavora regolarmente nel pescarese e, come lui stesso ha spiegato agli investigatori, aveva pochissimi contatti con il padre.

Era stato lo stesso Rashev a chiamare il ragazzo nel pomeriggio. «Ti devo parlare, vieni qui presto altrimenti rischi di non trovarmi più», gli aveva detto. Appena arrivato a Spoltore il ragazzo ha capito cosa era successo. E ha chiamato la polizia.

Per riuscire a entrare nel locale gli agenti hanno dovuto rompere la vetrata d'ingresso. All'interno hanno trovato il cadavere della donna. E anche il compagno, in uno stato talmente confusionale che non era riuscito a uscire dalla finestra sul retro che i due usavano abitualmente.

L'uomo non era neppure in grado di camminare. Per portarlo via - ha raccontato l'ispettore Angelo D'Onofrio - gli agenti l'hanno dovuto sorreggere. Rashev, che per tutto il tempo non ha detto una parola, è stato ricoverato all'ospedale di Pescara, nel reparto di psichiatria.

E solo ieri pomeriggio, dopo che l'autopsia ha definitivamente chiarito che la donna era stata uccisa e non era morta per cause naturali, come si pensava in un primo tempo, è stato fermato con l'accusa di omicidio volontario e rinchiuso nel carcere di San Donato.

Il pm Anna Rita Mantini dovrebbe fissare per sabato mattina l'interrogatorio di garanzia e la convalida dell'arresto.

Un «dramma della miseria». Così gli investigatori hanno definito l'omicidio di Angela Mihalova. Ma di drammatico in questa storia non c'è solo il finale.

La donna e il compagno da mesi, secondo i vicini addirittura da dicembre, si erano stabiliti nel un casolare abbandonato da tempo e che in passato era stato sede di un comitato elettorale.

I due avevano occupato la parte posteriore di uno dei locali a piano terra. Nella loro casa improvvisata non c'era neanche un letto o un materasso: dormivano su due piumini matrimoniali buttati per terra. Soldi non ne avevano. Neanche per comprare il cibo o le sigarette.
Proprio la miseria estrema in cui i due vivevano, secondo gli investigatori, è stata la causa della lite che ha portato Rashev a strozzare la compagna.

Lui, intanto, continua a tacere, almeno con la polizia. «E' possibile», ha spiegato Nicola Zupo «che si sia reso conto solo dopo di cosa aveva fatto».

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