Draga sequestrata, tre indagati per i fanghi del porto di Pescara

Bloccata la nave appena entrata in azione. Il gip: pesticida nel materiale da gettare in mare

PESCARA. Stava per fare il suo primo viaggio a largo per sversare i fanghi in mare aperto. Ma in quei fanghi, dice l'Antimafia dell'Aquila, c'è un pesticida, il Ddt. Così la draga Gino Cucco, che avrebbe dovuto liberare il porto da 72 mila metri cubi di materiale, da ieri è sotto sequestro con tutto il suo carico. E tre persone sono indagate per tentato traffico illecito di rifiuti.

Le tre persone finite sotto inchiesta sono il direttore dei lavori Carlo Visca, a capo del settore Ambiente della Regione, il Responsabile unico del procedimento Emanuele Ucci, architetto della Provincia, e Francesco Gregolin, rappresentante legale della ditta veneziana Gregolin srl, che si è aggiudicata l'appalto per il dragaggio.

Il sequestro della Gino Cucco, arrivata a Pescara venerdì scorso per dragare 72 mila metri cubi di fanghi dal porto commerciale, è scattato poco dopo le 13. La nave aveva appena terminato di prelevare il materiale e stava partendo per scaricare i primi mille metri cubi dragati a largo, in un'area a più di 5 miglia dalla costa tra Montesilvano e la Torre di Cerrano. Ma i carabinieri del Noe di Fiorindo Basilico e i finanzieri di Mauro Odorisio sono arrivati prima. Prima che quei fanghi, che secondo gli inquirenti sono inquinati, fossero scaricati in mare. E che il traffico illecito di rifiuti fosse portato a termine.

Il sequestro della draga è stato disposto dal gip Marco Billi su richiesta della Procura dell'Aquila. Secondo la Direzione distrettuale antimafia i fanghi del porto conterrebbero un pesticida, il Ddt.

A dirlo sarebbero le controanalisi effettuate sui campioni prelevati dalla zona del porto da dragare.

La stessa zona in cui le analisi Arta avevano accertato la presenza di fanghi puliti, talmente puliti che il Ministero dell'Ambiente aveva autorizzato il commissario per il dragaggio, il presidente della Provincia Guerino Testa, a scaricarli in mare.

Proprio grazie a quell'autorizzazione il problema del dragaggio sembrava essere finalmente arrivato a soluzione dopo un calvario lungo un anno. Adesso però il sequestro della Gino Cucco e la scoperta dei pesticidi nei fanghi rimettono tutto in discussione.

«Meglio che mi dimetta da qua», ha scherzato ieri mattina Testa sulla banchina del porto commerciale, sconsolato davanti a finanzieri e carabinieri che mettevano i sigilli alla nave, «fino a due ore fa brindavamo per la partenza del dragaggio, avevamo iniziato confortati dalle analisi Arta. Ora si apre un capitolo inaspettato».

Cade dalle nuvole invece il direttore generale dell'Arta Mario Amicone «Dai dati in nostro possesso» ha dichiarato, «non è mai emerso nulla di anomalo. Le nostre analisi e quelle dell'Ispra certificarono a suo tempo la presenza di inquinanti ma entro i limiti di legge. Escludo errori nelle analisi dei fanghi».

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