Dragaggio, è corsa alle analisi sui fanghi

Dopo gli esami della procura antimafia, Testa e l'Arta commissionano nuovi test

PESCARA. Si è trasformata in una corsa al laboratorio la telenovela del dragaggio. Ieri, sia Guerino Testa che l'Arta hanno annunciato nuove verifiche sui fanghi del porto. Così quella che fino a oggi era una battaglia a due per capire chi avesse sbagliato tra Arta e Noe, diventerà presto una guerra a cinque. Che la questione analisi sarebbe diventata fondamentale lo si era capito già da lunedì, quando la procura antimafia dell'Aquila ha sequestrato la draga Gino Cucco perché i fanghi del porto che stavano per essere sversati in mare aperto sarebbero contaminati da Ddt e Naftalene.

«Se qualcuno ha elementi nuovi li porti e li valuteremo», ha spiegato mercoledì al Centro il procuratore dell'Aquila Alfredo Rossini, «intanto noi andiamo avanti con le nostre analisi». Per effettuare il sequestro e iscrivere nel registro degli indagati tre persone per traffico di rifiuti pericolosi, l'Antimafia ha utilizzato le analisi effettuate per conto del Noe dei carabinieri, che ha condotto l'inchiesta. Analisi che contraddicono quelle fatte a giugno dall'Arta, che non avevano rilevato nemmeno la minima traccia di Ddt e che, proprio per i loro risultati negativi agli inquinanti, avevano spianato la strada allo sversamento dei fanghi in mare invece che a terra.

NUOVE ANALISI. A queste due analisi dai risultati diametralmente opposti, a giorni se ne aggiungeranno altre. Il commissario al dragaggio Guerino Testa ha già preso contatto con un'Arpa del nord Italia che oggi dovrebbe dare la sua disponibilità a fare nuove analisi. Intanto però anche il direttore generale dell'Arta Abruzzo Mario Amicone ha annunciato che i suoi laboratori ripeteranno gli esami sui fanghi. Amicone ha anche annunciato che chiederà all'Ispra di fare delle controanalisi sugli stessi campioni già prelevati e usati per le prime analisi Arta e per quelle del Noe. Ma l'Ispra è lo stesso istituto per cui lavora il biologo che per conto della procura aquilana ha analizzato i dati sui fanghi forniti dal Noe e categoricamente escluso la possibilità dello sversamento in mare. Un bel groviglio, insomma.

FONDI IN ARRIVO. Intanto, ieri il commissario per il dragaggio Guerino Testa ha incontrato a Roma il consulente giuridico della Protezione civile. Durante la riunione si è deciso di trovare al più presto un nuovo sito per stoccare i fanghi a terra e neutralizzare una volta per tutte il problema inquinamento. Una soluzione molto più costosa dello sversamento a mare, per la quale servono più fondi che al momento non ci sono ma potrebbero arrivare presto perchè la Protezione civile si sta attivando per sbloccare 20 milioni di euro.

SVUOTARE LA VASCA. Confcommercio intanto, allarmata per le ripercussioni sulle attività portuali e commerciali che ruotano intorno al porto e per il pericolo legato al rischio esondazioni ha chiesto a Testa «di attivarsi in tutti i modi per ricercare con rapidità le risorse tecniche ed economiche per svuotare la vasca di colmaggio in aree appositamente attrezzate, permettendo così la ripresa dei lavori». «Si sarebbe auspicato», dice Confcommercio, «che, prima di cominciare le opere di dragaggio, si fosse proceduto ad analisi più approfondite e dettagliate per individuare l'esatta natura dei detriti e dei fanghi».

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