Dragaggio, fanghi contaminati: il mare di Pescara a rischio

Il giudice motiva il blocco dei lavori: "Un serio pericolo per la salute pubblica"

PESCARA. Nel mare pescarese stavano per essere sversati «sedimenti contaminati con sostanze altamente nocive» che non si possono scaricare a largo perché presentano «allarmanti livelli di contaminazione da Ddt». E se la Procura non fosse intervenuta in tempo lo sversamento in mare dei fanghi del porto avrebbe potuto comportare «una grave compromissione» di flora e fauna marini e «un serio pericolo per la salute pubblica». Non ha usato mezzi termini il gip dell'Aquila Marco Billi per motivare il sequestro della draga scattato lunedì scorso. Un sequestro che ha di fatto bloccato i lavori per la pulitura del porto canale e messo in allarme la marineria, che ha già minacciato di bloccare la pesca dopo Natale.

ESPOSTO DEL WWF. L'indagine che ha fatto scattare il blocco del dragaggio è partita da Pescara, dove il pm Annarita Mantini ha aperto un fascicolo dopo un esposto presentato quest'estate dal Wwf. L'inchiesta è poi passata all'Antimafia dell'Aquila che ha indagato tre persone per traffico illecito di rifiuti pericolosi. Rifiuti pericolosi che giacciono sui fondali del porto, non molto lontano dalle spiagge cittadine.

SOSTANZE NOCIVE. Nel provvedimento con cui ha disposto il blocco del dragaggio il gip spiega chiaramente le ragioni per cui la nave andava sequestrata, unico modo per evitare lo sversamento in mare. I sedimenti che sarebbero dovuti finire a largo, dice il gip, «risultano contaminati con sostanze altamente nocive», cioè Ddt e naftalene. A dirlo, spiega il gip, sono le analisi effettuate nell'ambito dell'indagine pescarese. E proprio a partire da queste analisi il biologo dell'Ispra interpellato dalla Procura «ha categoricamente escluso la possibilità di sversamento in mare dei sedimenti» visto che presentano «allarmanti livelli di contaminazione da Ddt». Una contaminazione che finora non era stata rilevata, tant'è che era stato autorizzato lo sversamento in mare della sabbia dragata. Proprio sulla questione analisi si era concentrata una delle osservazioni fatte dal Wwf nell'esposto che ha dato il via all'inchiesta. «In ben sei carotaggi», scriveva ad agosto l'associazione ambientalista riferendosi alle analisi Arta, «sono state individuate condizioni non compatibili con l'immersione in mare».

MARINERIA AGITATA. Intanto ieri mattina una delegazione della marineria ha incontrato il commissario al dragaggio Guerino Testa. I pescatori hanno minacciato la cassa integrazione e lo stop alla pesca subito dopo Natale. «Al di là dei profili giudiziari, noi dobbiamo andare avanti», ha replicato Testa, «questo giovedì a Roma avremo un incontro con il consulente giudiziario del prefetto Franco Gabrielli, capo della Protezione civile, per trovare soluzioni alternative allo sversamento a mare tra cui l'utilizzo della vasca di colmata e l'individuazione di una discarica». Sul dragaggio interviene anche il consigliere Pd Enzo Del Vecchio. «Sarebbe importantissimo», dice, «conoscere a quali punti si riferiscono le controanalisi commissionate dalla Procura. Sarebbe drammatico dover apprendere che quelle analisi si riferiscono e coincidano con quelle dell'Arta ma riguardano altre zone della darsena, cioè quelle non interessate dal dragaggio».

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