Dragaggio porto Pescara, la palla passa all'IspraLa marineria lascia anche Ortona: "Non è sicura"

All'alba il trasferimento nello scalo teatino per il mancato dragaggio. Nel pomeriggio il ritorno alla base per motivi di sicurezza, ma due barche si incagliano. Il vertice in prefettura: la palla passa all'Ispra, l'istituto del ministero per la certificazione delle analisi sui fondali

PESCARA. Si conclude con una beffa la giornata di protesta della marineria pescarese. All'alba i pescatori hanno portato i loro pescherecci nel porto di Ortona, poi hanno cominciato un presidio sotto la prefettura dove c'è stato un vertice sul mancato dragaggio del porto. Infine il ritorno a Pescara delle imbarcazioni perché anche nel porto teatino non ci sono le condizioni di sicurezza ritenute necessarie dai pescatori. E al rientro due delle imbarcazioni si sono incagliate nelle sabbie del porto canale. A rendere ancora più drammatica la situazione è il nulla di fatto arrivato dalla riunione in prefettura dove, alla fine, è stato affidato all'Ispra, l'istituto del ministero per la certificazione delle analisi sui fondali, una sorta di arbitrato tra le analisi svolte dall'Arpa e quelle commissionate dalla procura dell'Aquila. In pratica tutto è ancora da definire e il dragaggio del porto non può ancora partire.

La giornata di mobilitazione è cominciata all’alba. Gli armatori hanno mollato gli ormeggi dei 54 pescherecci e lasciato vuoto il porto della città alla volta di Ortona. Un’intera economia legata al mare è costretta a cedere il passo di fronte all’emergenza di un porto insabbiato che non si riesce a dragare. Ma anche la culla individuata per ricomporre i cocci del comparto ittico alla fine risulta inadeguata. Il porto teatino a malapena è in grado di ospitare una decina di imbarcazioni e non può reggere il peso dell'intera flotta pescarese. "Nello scalo si Ortona non ci sono le condizioni di sicurezza per ormeggiare la marineria pescarese", spiegano i pescatori che, alla fine, decidono di tornare nel pomeriggio a Pescara. E, a dimostrazione dei problemi del porto pescarese, due pescherecci si sono arenati all'ingresso dello scalo.

A Pescara in mattinata si è tenuta una riunione per trovare una soluzione allo stop al dragaggio  imposto dall'inchiesta della procura antimafia dell'Aquila. Al vertice hanno partecipato il prefetto Vincenzo D'Antuono, il commissario Guerino Testa, il comandante della Capitaneria Luciano Pozzolano, il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia, il dirigente dell'Arta Abruzzo Mario Amicone, tecnici della procura e dell'Ispra.

E proprio a questi ultimi è stato affidato il compito di trovare una soluzione. In prima battuta dovranno analizzare la metodologia utilizzata dai laboratori dell'Arpa e della procura dell'Aquila per le analisi dei fanghi del dragaggio. Qualora una delle due metodologie usate dovesse risultare errate, Ispra affiderà le controanalisi all'istituto che si è dimostrato più attendibile. Se entrambe le analisi fossero corrette, sarà lo stesso ente ministeriale a eseguire le controanalisi.

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