Duemila studenti in corteo contro il piano

Testa viene insultato, poi riceve i ragazzi in Provincia: «Rifletterò sulle vostre proposte».

PESCARA. Alle 11 il presidente Guerino Testa esce dal palazzo della Provincia in piazza Italia, mette le mani in tasca e si ferma a guardare le due migliaia di studenti di tutte le scuole pescaresi che lo accolgono così: «Scemo, scemo».
E’ il primo contatto tra il presidente e gli studenti arrabbiati che ieri mattina sono scesi in piazza contro il piano di riordino delle scuole. Una manifestazione che, 9, partita da piazza Salotto, ha unito gli studenti dell’Aterno, del Manthoné, del Marconi, del Galilei, dell’Acerbo, del Da Vinci, del Bellisario, del Michetti, con qualche docente in servizio e qualche precario, con genitori delusi, e un’unica dirigente: Donatella D’Amico, preside da 20 anni e venuta a perorare la causa dell’Istituto Aterno. Sarà lei, di lì a poco, quando Testa aprirà le porte della Provincia a una delegazione di studenti, a rammaricarsi: «Ringrazio tutti, ma mi dispiace non aver avuto il sostegno dei colleghi, l’avrei apprezzato».

E’ l’Istituto tecnico Aterno il casus belli che ha fatto scendere in piazza quasi duemila studenti che hanno attraversato la città, corso Umberto e corso Vittorio, chiuso al traffico, con gli striscioni «Aterno in eterno», «Galilei all’asta». L’Aterno, infatti, passerà in blocco nell’Istituto Acerbo. Al posto della scuola di via dei Sabini, andrà il liceo scientifico Galilei, mentre nei locali di via Balilla nascerà il nuovo liceo scientifico tecnologico. «Chiediamo la stesura di un nuovo piano che tenga conto delle effettive capacità degli istituti»: questa la risposta perentoria degli studenti.

Una delegazione formata da rappresentati di istituto, docenti e genitori è stata ricevuta da Testa e dall’assessore Fabrizio Rapposelli accolti anche da un timido applauso, quasi in segno di ringraziamento per essere stati ricevuti. Una riunione, mentre fuori salivano ancora i cori - «Provincia, la lotta comincia» - da cui è uscita fuori una data: il 3 febbraio, termine ultimo in cui la Provincia dovrà consegnare il piano definitivo alla Regione. Rapposelli ha ricordato le linee guida del piano, Testa ha rassicurato che «la scuola non ha colori e che non ci sono stati favoritismi» e poi si è aperto il dibattito tra le perplessità degli studenti e dei docenti.

«Chiediamo che all’Aterno venga rispettata la gradualità, perché non è giusto che soltanto da noi non sia garantita. Vogliamo che i ragazzi possano terminare il corso di studi nella scuola scelta: è un segno di rispetto per loro e per le famiglie». La proposta è venuta dal dirigente D’Amico ed è stata sostenuta dai ragazzi presenti nella sala ed è su questa che Rapposelli e Testa rifletteranno. «Stop Gelmini»: è la maglietta che indossava una ragazza quando ha preso il microfono per dire a Testa: «Perché tutta questa fretta, perché il piano deve essere consegnato il 3 febbraio?». Trasparenza e necessità di essere ascoltati: queste le preoccupazioni degli studenti verso cui Testa e Rapposelli hanno avuto un atteggiamento conciliante: «Vaglieremo le vostre proposte». I ragazzi, alla fine, sono andati via insoddisfatti e, come hanno detto, continueranno la protesta.