E a Pescara Colli rinasce il comitato 

Riparte dopo tre anni la mobilitazione per dire no a un impianto alto 21 metri

PESCARA. Dicembre 2017. È questo il termine fissato dalla Telecom per avviare i lavori di installazione di una maxi antenna di 26 metri a ridosso di case e palazzi, in via Vale Furci, a Pescara Colli. Un incubo per quelle centinaia di residenti della zona preoccupati per una nuova, pericolosa concentrazione di campi elettromagnetici a due passi dalle loro abitazioni, da due scuole e dalla parrocchia.
Perché, secondo le informazioni che in questi giorni stanno rimbalzando sui social, al primo impianto di telefonia mobile ne dovrebbero seguire altri tre, in via Fonte Romana. Tre anni fa, i cittadini, riuniti nel comitato “No antenne Pescara Colli”, riuscirono con una serie di manifestazioni di piazza e un ricorso al Tar, presentato da una quindicina di famiglie, a scongiurare il progetto di potenziamento del segnale telefonico da parte del colosso delle telecomunicazioni e a bloccare la costruzione in un terreno privato di un impianto alto quanto un palazzo di otto piani. Nella sentenza del tribunale amministrativo, firmata dal presidente Michele Eliantonio, prevalsero le ragioni dei residenti sottolineando la «non adeguata valutazione procedimentale».
Ma adesso, anche in assenza di un dettagliato regolamento comunale in grado di bloccare il rilascio delle autorizzazioni, la società ha potuto ripresentare la domanda ex novo e ottenere un nuovo permesso di costruzione. «No alle antenne killer», rilanciano invece i cittadini delle zone interessate, che hanno ripristinato il gruppo Facebook “No antenne Pescara Colli” e hanno deciso di riunirsi, venerdì 6 ottobre, per valutare le prossime azioni di protesta da mettere in piedi. «Chiediamo l’aiuto e l’interesse di tutti», dicono, «perché insieme possiamo far sentire la nostra voce e far rispettare i nostri diritti di cittadini. Il problema è sempre la struttura di eccezionali dimensioni e contestualmente il problema della potenza del segnale, che sarà direttamente proporzionata a tali dimensioni. L’antenna così descritta viene a trovarsi nel mezzo di una zona ad alta densità abitativa, e sono ben note le potenzialità nocive di tali emissioni».
Ma la battaglia riguarda anche via Fonte Romana, dove secondo le informazioni in possesso del comitato, le compagnie telefoniche internazionali dovrebbero realizzare tre nuovi impianti. «Per non parlare degli abitanti di via Di Francesco», aggiungono, «che adesso stanno cercando di lasciare le proprie abitazioni a causa di problemi di salute sorti dopo la collocazione dell’antenna tra le loro case».
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