le installazioni sulla sabbia in centro
E il partito paga tremila euro per la spiaggia
Questo l’importo versato per occupare l’arenile dal 12 aprile fino al prossimo 5 maggio
PESCARA. Ammonta a 3.225,50 euro come «canone minimo demaniale» la somma versata da Fratelli d’Italia per occupare la spiaggia libera della Nave di Cascella, dal 12 aprile scorso fino al prossimo 5 maggio. Per l’allestimento del villaggio della terza conferenza programmatica del partito – le precedenti si erano svolte a Torino e Milano – FdI ha ottenuto l’autorizzazione dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli e i permessi della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio di Chieti e Pescara e del Comune di Pescara. Sulla spiaggia sono state già montate 5 tensostrutture che, dalla riviera, chiudono la visuale del mare: area principale (60 metri per 30), area dibattiti (20 per 15), area stampa (15 per 25), area vip (15 per 15) e una struttura vetrata per accrediti stampa (15 per 15) e poi 12 bagni chimici, gruppi elettrogeni su 36 metri quadrati, due «magazzini tipo container» da 4 metri per 4 e tre maxi totem, il tutto circondato da transenne. «L’installazione delle opere in argomento», recita l’autorizzazione firmata dal direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli Cleto Giansante, «non risulta essere pregiudizievole».
Sul villaggio di FdI pende un esposto presentato da Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione comunista: «I tremila militanti e dirigenti di FdI che verranno a Pescara per svolgere la loro conferenza programmatica potevano occupare altre aree o strutture pubbliche ma non il demanio marittimo», spiega Acerbo, «purtroppo è stata autorizzata per 20 giorni l’occupazione della spiaggia libera più centrale della città sottoposta a vincoli di natura paesaggistica e monumentale. Non si può definire un congresso di partito un’attività turistico-ricreativa come fanno gli esponenti di FdI. Il fatto di essere alla guida della città, della Regione e del governo non autorizza questa prepotenza. Ma il governo della destra vuole mettere a gara le poche spiagge libere rimaste e, quindi, non stupisce che abbia così scarso rispetto per i beni comuni. Se tutti i partiti, associazioni, organizzazioni del terzo settore, i sindacati e le organizzazioni datoriali seguissero il cattivo esempio di FdI la spiaggia libera di piazza Primo maggio diventerebbe un centro congressi». (p.l.)
Sul villaggio di FdI pende un esposto presentato da Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione comunista: «I tremila militanti e dirigenti di FdI che verranno a Pescara per svolgere la loro conferenza programmatica potevano occupare altre aree o strutture pubbliche ma non il demanio marittimo», spiega Acerbo, «purtroppo è stata autorizzata per 20 giorni l’occupazione della spiaggia libera più centrale della città sottoposta a vincoli di natura paesaggistica e monumentale. Non si può definire un congresso di partito un’attività turistico-ricreativa come fanno gli esponenti di FdI. Il fatto di essere alla guida della città, della Regione e del governo non autorizza questa prepotenza. Ma il governo della destra vuole mettere a gara le poche spiagge libere rimaste e, quindi, non stupisce che abbia così scarso rispetto per i beni comuni. Se tutti i partiti, associazioni, organizzazioni del terzo settore, i sindacati e le organizzazioni datoriali seguissero il cattivo esempio di FdI la spiaggia libera di piazza Primo maggio diventerebbe un centro congressi». (p.l.)