E un bimbo testimonierà sui maltrattamenti 

Disposto l’incidente probatorio, le dichiarazioni dell’alunno schiaffeggiato entreranno nel processo

PESCARA. Uno schiaffo in classe al bambino, la mamma che all’uscita da scuola ne raccoglie il racconto («la maestra mi ha picchiato») e che lo porta prima in ospedale e poi dai carabinieri. E denuncia l’insegnante. Sono cominciate così, a fine settembre, le indagini dei carabinieri di Pescara diretti dal capitano Antonio Di Mauro e che poi, dopo meno di venti giorni, si sono concluse il 19 ottobre con l’arresto dell’insegnante di italiano di 64 anni. Ma adesso che la maestra è tornata libera, con il divieto di insegnare per dodici mesi, il gip Antonella Di Carlo che ne aveva disposto la misura interdittiva, ha accolto la richiesta del pm Anna Benigni disponendo anche l’incidente probatorio (fissato al 25 gennaio) che consentirà di cristallizzare la testimonianza del minore. Al bambino, dieci anni, assistito da una psichiatra infantile che ne dovrà comprovare anche la capacità di rendere testimonianza, sarà chiesto di ricostruire gli episodi per cui è finita sott’accusa la sua maestra. Un esame irripetibile che consentirà anche alla difesa, ma per il tramite della psicologa, di fare delle domande al minore per i riscontri su quanto già denunciato. Da ricostruire non è solo l’episodio dello schiaffo nei confronti del bambino, ma il clima in cui questo sarebbe maturato, come emerge dalle immagini registrate dai carabinieri con una telecamera nascosta in classe. Strattoni e tirate di capelli, ma anche ingiurie, nei confronti di alcuni bambini del tipo “Stai zitto animale, non un bambino”, “Vattene fuori animale”, “Datti due sberle da solo”, “Datti una bella sberla tre volte” che avrebbero così imposto, sostiene l’accusa, «un regime di vita scolastica assolutamente ed inutilmente umiliante e vessatorio per i piccoli, costretti a subire mortificazioni e a respirare un clima di violenza e uno stato di palese turbamento e di ingiustificata prostrazione e sofferenza». (s.d.l.)
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