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Ecco “La Repubblica del Maiale” saggio sull’Italia che mangia

Ve le ricordati i trentenni e quarantenni degli anni Settanta? Giovani nati quasi vecchi, capelli pieghettati, baffi barba brillantina, ma soprattutto, i pantaloni stretti a zampa che marcavano la...

Ve le ricordati i trentenni e quarantenni degli anni Settanta? Giovani nati quasi vecchi, capelli pieghettati, baffi barba brillantina, ma soprattutto, i pantaloni stretti a zampa che marcavano la linea sottile del corpo, agili e magri uomini di un'epoca perduta; ecco, se c'è una cosa che li distingueva era proprio questa loro magrezza, un'asciuttezza che tradiva la forza di un corpo sano, uscito da secoli di civiltà contadina.

E oggi? Oggi i trentenni e i quarantenni o sono gonfiati in modo ridicolo dalle palestre o si trovano tutti nel limbo del sovrappeso “consolatorio”, effetto diretto della bulimia del consumatore medio. Del profondo cambiamento che ha attraversato gli anni che separano queste due condizioni di “fitness” socio-culturale, ce ne parla “La Repubblica del Maiale” (Chiarelettere 2013, 12,90 euro), brillante saggio di indagine divulgativa in cui la giornalista Roberta Corradin ci racconta quella che è stata l'Italia negli ultimi cinquant'anni, vista attraverso l'infallibile lente di ingrandimento del cibo.

Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei, e come potrebbe essere altrimenti, soprattutto in Italia, la “Repubblica fondata sul maiale”? Una controstoria, quella della Corradin, che va dal varo della Costituzione alla fine della Seconda Repubblica, una lettura strabiliante, una scrittura effervescente, gustosissima, strabordante di aneddoti, personaggi, fatti, mode e tic. Una cavalcata dalla fine della fame del dopoguerra alla scoperta del cibo sano e leggero complice la crisi economica di oggi, su e giù sull’ot. tovolante Italia che ci ha regalato emozioni a non finire tra alta cucina e bassa politica. Lo sguardo obliquo di una affermata critica gastronomica e appassionata cittadina, attenta alle ideologie, di tutti i tipi, ci regala un’Italia mai vista così, un po’ a tavola, in casa e al ristorante, e un po’ tra i banchi del parlamento e al supermercato, dal primo Autogrill all’ultima ossessione culinaria, ecco il ritratto sorprendente dell’italiano medio. Indispensabile la sezione che riporta le ricette che hanno fatto epoca, forse la più preziosa del volume. Interessante anche il profilo di Roberta Corradin che ha spaziato dal fumetto, al giornalismo, all'editoria fino ad approdare alla sua grande passione, la gastronomia. Delle sue pubblicazioni ricordiamo “Un attimo, sono nuda, una storia umoristica misogina” (Piemme) e “Le cuoche che volevo diventare” (Einaudi); scrive di viaggi e di cucina per testate tra cui «l’Espresso» e «Gambero Rosso».

Federica D’Amato

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