Ecco le e-mail di Gagliardi «Buongiorno amore mio»

Sul telefonino e sul computer il carteggio con l’amante e tutti i movimenti in rete dopo l’agguato a Pavone: dallo stub alla clinica dov’era in coma l’ingegnere

PESCARA. «Buongiorno, amore mio...»: inizia il 12 dicembre 2012 il “carteggio amoroso” tra Vincenzo Gagliardi e Raffaella D’Este, le email che il dipendente delle Poste di via Volta ha inviato alla sua amante, collega di lavoro nelle Poste di Montesilvano e moglie di Carlo Pavone, l’ingegnere morto il 16 novembre dopo oltre un anno di coma.

E’ nella relazione informatica che il consulente tecnico del pm Davide Ortolano ha analizzato il telefonino e il computer di Gagliardi, l’uomo di Chieti in carcere da maggio con l’accusa di aver sparato all’ingegnere Pavone. Nella consulenza di circa 150 pagine Ortolano ha ricostruito la relazione tra Gagliardi e D’Este attraverso lo scambio di email che l’uomo, molti mesi prima dell’agguato a Pavone, inviò alla donna. Spesso Gagliardi, come commenta anche il consulente del pm, invita la donna alla calma come nel messaggio del 24 gennaio 2013: «Buongiorno amore mio, mi raccomando, calma, ci sarà la resa dei conti, non preoccuparti. Ti amo». «Stai tranquilla e basta», scrive Gagliardi a D’Este il 4 febbraio 2013, «sbattetene di tutto il resto. Ti amo», conclude l’uomo.

Cosa rispondeva la donna? Non si sa perché, come annota il consulente, non sono stati trovati messaggi di risposta nella casella email ed «è verosimile», commenta, «ritenere che le e-mail di risposta inviate da D’Este siano state cancellate». La notte del 30 ottobre Pavone entra in coma dopo l’agguato sotto casa in via De Gasperi e dal 6 novembre (Gagliardi sarà arrestato molti mesi dopo, ndr) l’uomo inizia a cercare su internet informazioni su cosa sia lo Stub, la prova per verificare le tracce di polvere da sparo sugli indumenti. Inoltre, annota sempre il consulente Ortolano, Gagliardi avrebbe cercato informazioni su Google Map sull’Istituto Santo Stefano di Potenza Picena dove venne ricoverato l’ingegnere in coma e, ancora su internet e gli articoli di giornale sul tentato omicidio di Pavone.

Nel maggio di quest’anno Gagliardi è stato arrestato con l’accusa di aver sparato all’ingegnere e il gip, nell’ordinanza di custodia cautelare, scrisse che «il movente» era stato di natura «passionale». Dopo la morte di Pavone, avvenuta il 16 novembre, la posizione di Gagliardi si è aggravata perché l’uomo deve rispondere di omicidio. Il pm Anna Rita Mantini aveva già chiesto il rito abbreviato per l’uomo considerando le prove raccolte “evidenti”. Tra queste, anche un guanto di lattice e la polvere da sparo trovata sugli indumenti. Gagliardi si trova ancora in carcere e si è sempre professato innocente. (p. au.)

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