Elezioni del nuovo rettore un confronto a quattro

C’è chi vuole restituire le tasse non dovute e chi è pronto a vendere strutture I soldi dovuti al Cus e la situazione dei precari sono tra i nodi da sciogliere

PESCARA. Sono alle porte le elezioni del nuovo rettore dell’università D’Annunzio. Domani e giovedì, docenti, ricercatori, personale amministrativo, rappresentanti degli studenti e lettori sono chiamati alle urne. Sceglieranno tra Gaetano Bonetta, preside di Scienze della formazione, Carmine Di Ilio, preside di Medicina, Michele Vacca, preside di Farmacia, e Raffaele Tenaglia direttore della clinica Urologica. A loro abbiamo chiesto risposte su alcuni dei temi più critici legati alla gestione dell’ateneo.

Gli studenti chiedono la restituzione della quota di tasse che secondo le indicazioni ministeriali non dovevano versare. La restituirà?

Bonetta: «La legge va applicata: se i soldi vanno restituiti non avrò tentennamenti».

Di Ilio: «Intendo rispettare la disposizione ministeriale. Ora bisogna vedere se il calcolo si fa sulla quota teorica o su quella che ci viene trasferita».

Tenaglia: «Una battaglia per avere indietro 50 o 60 euro è inutile. Metterò i ragazzi in condizione di guadagnare di più seguendo il modello americano, dove lavorano e gestiscono alcuni servizi».

Vacca: «Se i soldi vanno restituiti vuol dire che hanno vinto un ricorso».

Molti hanno criticato l’investimento della struttura Ciapi. Pensa di rivenderla per recuperare qualcos a?

Bonetta: «Si deve rivendere perché non serve a niente, ma purtroppo non potremmo ricavarci granché».

Di Ilio: «Ci sono i corsi di laurea in Fisioterapia, Scienze motorie, Psicologia e Sociologia e tutto ciò che riguarda il Cus, oltre alle scuole di specializzazione. Non sapremmo dove ospitare queste strutture».

Tenaglia: «Nel mio programma c’è l’idea di un accordo di programma con il Comune per ridare indietro tutto e prendere in cambio un’altra struttura che possa diventare un impianto sportivo e di riabilitazione di livello europeo».

Vacca: «Vorrei verificare la situazione e poi prendere le debite decisioni. Sempre lavorando in èquipe».

Dopo la fusione tra D’Annunzio e Da Vinci, pensa di tenere aperta la sede decentrata di Torrevecchia Teatina?

Bonetta: «Altro acquisto fallimentare: dobbiamo rivalutare il tutto in ragione della nuova gestione della teledidattica. Se rende rimarrà, altrimenti no».

Di Ilio: «Se la fusione va in porto è un patrimonio che va utilizzato per il progetto di utilizzare in proprio l’esperienza fatta attraverso il Da Vinci».

Tenaglia: «Assolutamente no, quella è stata un’operazione clientelare di nessuna utilità: basta rimetterci i soldi».

Vacca: «Bisognerà valutare il rapporto danno-benefici. Se qualche dipartimento è disposto a spostarsi si vedrà, ma non escludola vendita».

La fondazione si occupa quasi esclusivamente delle attività riguardanti l’area medico-sanitaria, dov’è la convenienza a tenere in piedi tale struttura per le altre aree?

Bonetta: «La fondazione deve fare il contrario di quello che fa: deve raccogliere i fondi e darli all’università tutta».

Di Ilio: «È uno strumento che la legge prevede. Ha cercato di reperire fondi da investire sulla ricerca e una parte consistente l’ha avuta perché ha fatto sperimentazione clinica. La possibilità di potenziare anche altri settori ben venga».

Tenaglia: «Deve cambiare radicalmente indirizzo: attrarre soldi dall’esterno e distribuirli nelle diverse aree».

Vacca: «La fondazione deve camminare con le proprie gambe: dovrebbe aiutare l’università, non il contrario».

La D’Annunzio si è indebitata con il Cus per una somma che in 20 anni raggiungerà, con gli interessi, circa 40 milioni di euro. Ma come si è arrivati a questo punto?

Bonetta: «Il Cus si è messo al servizio dell’università: ha sostenuto i costi di strutture e attivazione, ora pretende i soldi dovuti. Bisogna darglieli».

Di Ilio: «La parola debito non esiste, può essere contestato il meccanismo della convenzione tra università e Cus: i soldi che gli diamo sono a fronte dei servizi erogati».

Tenaglia: «Credo che il nuovo governo dell’ateneo guarderà bene questa eredità pesante e in qualche modo faremo. Il Cus è una struttura fantastica ma il debito va valutato».

Vacca: «In senato il problema non è mai stato affrontato, se non in termini vaghi. Il debito c’è eccome, il futuro rettore si trova una cambiale notevolissima. Voglio capire bene».

Che fine faranno i precari delle cooperative ?

Bonetta: «Si tenterà di salvaguardare i diritti acquisiti dai lavoratori, ma il servizio va valutato alla luce della riorganizzazione dei servizi».

Di Ilio: «Fino a quando ci serviremo della cooperativa, ce li teniamo. Dipende anche dal fondo ministeriale».

Tenaglia: «Possono rappresentare una risorsa se moltiplichiamo le iniziative e creiamo un marchio di qualità».

Vacca: «Bisogna verificare i costi. Loro collaborano, ma la spesa c’è e va valutata».

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