Elezioni e preferenze di genere: novità per Europee e Comunali tutto invariato per le Regionali

Voto di genere introdotto per il rinnovo del parlamento europeo e dei consigli comunali, ma non per la Regione. La Marinelli: “Dimostrazione dello scarso interesse dei partiti che si sono dimenticati delle donne anche nei programmi dei quattro candidati”

PESCARA. Il prossimo 25 maggio l’elettore abruzzese avrà a disposizione ben tre schede. Quella per il rinnovo degli Europarlamentari, del Consiglio Regionale e di moltissimi Consigli Comunali. Gli elettori di Montesilvano, Pescara e Spoltore ne riceveranno addirittura quattro a causa del referendum sull’accorpamento delle municipalità. Un caos di schede cui corrispondono altrettante leggi elettorali. E nelle leggi elettorali di due delle tre consultazioni, quella per le Europee e quella per le Comunali, vi è una novità importante. Debutta di fatto per la prima volta in Abruzzo il voto di genere. La novità è stata introdotta già nelle amministrative del 2013 e prevedere che cittadine e cittadini possano esprimere due preferenze (anziché una), purché riguardanti candidati di sesso diverso. Alle Europee invece sarà possibile indicare 3 preferenze e se tale opzione verrà esercitata dall’elettore, almeno una di esse dovrà essere rivolta ad un candidato di genere diverso dagli altri due.

Una novità assoluta quest’ultima sottolineata dalla Consigliera di Parità regionale Letizia Marinelli in una nota in cui sottolinea come «purtroppo tra le tante modifiche apportate alla legge elettorale abruzzese, l’introduzione della doppia preferenza di genere è rimasta una promessa elettorale priva di risultato cosa che dimostra lo scarso interesse di tutte le forze politiche».

«Auspico una forte percentuale di votanti donna nonostante nei programmi elettorali manchino proposte e considerazione in loro favore», prosegue la Marinelli. «E’ un fatto che la crisi economica e sociale che viviamo colpisce maggiormente le donne rispetto agli uomini, ad esempio le donne che perdono il lavoro, spesso dopo la nascita del primo figlio, raramente lo ritrovano. Non si è riusciti a contrastare efficacemente la segregazione verticale, ossia la difficoltà delle donne di fare carriera. Le donne, anche da noi, risultano retribuite nel loro lavoro, a parità di mansioni , meno degli uomini: il 25% mediamente in meno rispetto ai colleghi maschi, cosa che è emersa dalle rilevazioni condotte nello studio dei dati del rapporto biennale sulla condizione del personale maschile e femminile nelle aziende pubbliche e private con più di 100 dipendenti nel biennio 2010/2011. Su questi argomenti ho cercato, inutilmente, nei programmi elettorali dei quattro candidati presidenti e delle liste a loro collegate le proposte che servissero ad indicare le soluzioni. Sui principi, almeno quelli, sono tutti d’accordo, o quasi. Sui fatti un po’ meno, visto che sono rimaste solo parole. Ritengo troppo delicata la questione della violenza sulle donne e sui loro figli minori che anche qui in Abruzzo ha colpito pesantemente, generando lutti e disastri familiari, per affrontarla qui ed ora. Del resto i candidati, tutti, hanno fatto di peggio, ignorandola».

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