L'EDITORIALE

Emergenza servizi, ritardi intollerabili

Abbiamo tutto. Tanto da poter stare in testa alle classifiche più rinomate delle eccellenze. Ottimi cibi e grandi vini. Mare e montagna. E poi parchi naturali, tesori d'arte, eremi, stupenda archeologia, letteratura, poesia, scienza. Ma i servizi sono inefficienti

Abbiamo tutto. Tanto da poter stare in testa alle classifiche più rinomate delle eccellenze. Ottimi cibi e grandi vini. Mare e montagna, con pochi chilometri da fare per vivere nello spazio di una sola ora l'ebbrezza delle nevi nelle alte vette e il piacere delle spiagge più belle e dei trabocchi. E poi parchi naturali, tesori d'arte, eremi, stupenda archeologia, letteratura, poesia, scienza. E già, perché anche nella ricerca, dentro le università e negli altri centri, anche privati, sparsi per la regione vantiamo grandi performance, tanto da essere spesso citati sulle riviste più accreditate ed esigenti. E' l'Abruzzo che amiamo e che continua a farsi largo nonostante tutto. Nonostante per esempio l'incapacità di promuoversi e mettere a sistema le risorse disponibili. Come bene è emerso nel corso del workshop che, con rappresentanti delle istituzioni, a cominciare dal vicepresidente della Regione Giovanni Lolli, esperti ministeriali ed europei, vari tour operator, il Centro ha ospitato nella propria redazione venerdì scorso. Dei risultati di questo meeting daremo conto mercoledì prossimo con uno speciale di 8 pagine, speriamo utili per gli spunti che potrà offrire sul tema del rilancio del turismo in Abruzzo. E su quella incapacità che sfiora l'autolesionismo quando si va ad esaminare lo stato di salute e di efficienza dei servizi, anche i più essenziali.

Delle deficienze di queste infrastrutture abbiamo spesso dovuto parlare in occasione dell'emergenza di inizio anno. Tutto colpa del maltempo si è detto allora. Avvertimmo che si trattava di una mezza verità. Perché anche con il bel tempo, come tutti sanno, l'Abruzzo sconta ritardi che hanno dell'incredibile.Prendete le comunicazioni e la telefonìa: ci sono territori della nostra regione nei quali è impossibile persino ricevere il segnale televisivo e telefonare. Anche internet, come nelle zone più sottosviluppate del terzo mondo, resta sovente un sogno.

Dunque, gentili signori alla testa delle grandi compagnie, dei ministeri e degli assessorati competenti, cosa vogliamo fare? Come possiamo pensare di attrarre i milioni di turisti che pure ci guardano con grande interesse se interi e civilissimi paesi, come quelli della Marsica (Castellafiume, Cappadocia, Capistrello) di cui parliamo oggi in cronaca (nei prossimi giorni parleremo anche di altre aree), restano isolati anche con i caldi estivi gettando nella disperazione famiglie e imprenditori, impossibilitati per esempio nei loro ristoranti, a ricevere persino le prenotazioni dei clienti e a farsi pagare con bancomat e carte di credito? E non si venga a dire per favore che si tratta di problemi isolati delle zone (cosiddette) interne. I disservizi, lo sanno tutti, continuano a penalizzare anche le zone costiere. Nonostante le proteste dei cittadini. E nonostante le ripetute, infinite, vane promesse di gestori e politici di turno. Più o meno tutti, destra, sinistra, centro.