L'ex cementificio di Pescara

PESCARA

Ex cementifico, si cambia: tra 4 anni diventa un centro turistico / FOTOGALLERY

Il progetto di rigenerazione urbana si fonda su risorse private: un investimento di 150 milioni di euro. La struttura accoglierà anche una Bio-Farm

PESCARA. Entro il 2024 il complesso industriale dell'ex cementificio, oggi proprietà privata della società Calbit, verrà demolito e partirà la bonifica dei 13 ettari di terreni di risulta, di cui 7,5 ettari destinati a verde e oggetto di cessione al Comune. Entro i successivi 48 mesi, dunque tra 4 anni, saranno completate le opere di riconversione della superficie che accoglierà, tra l'altro, un Centro turistico all'avanguardia, dotato di ogni genere di servizio, e una Bio-Farm.

Lo hanno detto questa mattina l'assessore all'Urbanistica, all'Edilizia e all'Ambiente Isabella Del Trecco, il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri e il sindaco Carlo Masci nel corso della conferenza stampa indetta dinanzi al complesso di via Raiale, con lo studio di architettura NetLab incaricata dalla Calbit di curare tutta la procedura di dismissione del sito e la progettazione del futuro dell'area.

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Il progetto di rigenerazione urbana, è stato spiegato in conferenza stampa, a oggi si fonda su risorse private: un investimento di 150 milioni di euro complessivi spalmati in 4 anni. "Parliamo", ha specificato il presidente Sospiri, "di procedure complesse che pure la Regione, semmai si presentasse la necessità, non esclude la possibilità di sostenere, per dare alla parte ovest della città uno spazio nuovo, rigenerato, fruibile da tutti, riqualificato, bello, con un utilizzo turistico di grande livello”.

"Nel frattempo", ha detto Del Trecco, "procedono le opere di protezione e tutela di un'area che comunque non accoglie la microcriminalità: nel corso dei vari blitz delle forze dell'ordine non sono state trovate droga, attività di spaccio o di consumo di sostanze stupefacenti. Piuttosto ci sono due o tre senzatetto che, dopo aver rifiutato ogni aiuto e assistenza da parte del Comune, tentano di trovare un rifugio notturno nei luoghi dismessi della città, persone in condizioni di disagio che vanno sicuramente aiutate, ma che non possono essere oggetto di allarme sociale".