Favori alla moglie, medico della Asl Pescara rinviato a giudizio

L’ex primario della Medicina legale Ricci sotto processo. Nel mirino la nomina nella commissione patenti speciali

PESCARA. Con l’accusa di favori alla moglie, nominata nella commissione patenti speciali della Asl di Pescara, è stato rinviato a giudizio Gianfranco Ricci, ex primario di Medicina legale. Non è bastato a Ricci, medico in pensione di 64 anni, nominare come codifensore Giulia Bongiorno, l’avvocato del foro di Roma che ha difeso anche Giulio Andreotti dalle accuse di associazione mafiosa e Raffaele Sollecito nel processo per l’omicidio di Meredith Kercher a Perugia. Il gup Maria Michela Di Fine ha deciso che il processo comincerà il prossimo 11 dicembre.

Secondo l’indagine dei carabinieri del Nas, guidati dal capitano Marcello Sciarappa e coordinati dal pm Gennaro Varone, Ricci ha «invaso» la sfera di competenze del direttore generale della Asl Claudio D'Amario e, «intenzionalmente», ha scelto come componente della commissione che rinnova le patenti ai disabili proprio la moglie, Patrula Papageorgiu, ginecologa e medico di riabilitazione di 56 anni: Ricci è accusato di abuso d’ufficio perché, dice l’accusa, ha procurato alla moglie «un ingiusto vantaggio patrimoniale».

«Nell’udienza», spiega Ricci, «ho dimostrato chiaramente che l’indagine dei Nas e della procura e la ricostruzione della Asl sono sbagliate: la scelta di mia moglie è stata un atto dovuto. Dopo il rifiuto di un altro medico, se non fosse stata nominata lei sarebbero saltate quasi 350 visite già programmate in 6 sedute dell’agosto 2011. Poi, io», dice l’ex primario, «ho soltanto indicato mia moglie al presidente della commissione che ha provveduto alla nomina. Se la nomina fosse risultata sbagliata, il successore del presidente avrebbe potuto prendere un altro medico e, invece, non è accaduto».

Il capo di imputazione a carico di Ricci parla di «evidente conflitto di interessi»: «Invadendo competenze riservate al direttore generale e, comunque omettendo di astenersi nonostante l’evidente conflitto di interessi, ha designato la propria coniuge quale medico in rappresentanza dell’ufficio Riabilitazione in seno alla commissione medico locale».

«Ma io non ho invaso le competenze di D’Amario», osserva Ricci, «con il mio incarico sono stato delegato a rappresentare la Asl e ho risposto alle sollecitazioni del presidente della commissione che, nel suo ruolo, rappresenta il ministero dei Trasporti. Se non avessi quasi costretto mia moglie a ricoprire quel posto, sarei stato accusato di interruzione di pubblico servizio». Su questo, in aula, la difesa di Ricci – l’altro avvocato, insieme a Bongiorno, è il pescarese Luca De Felice che ha curato la memoria difensiva dell’ex primario – ha sostenuto che «l’interesse pubblico prevale sull’interesse privato».

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