Filò, la protesta non si ferma

Il coordinamento: "Vogliamo un dialogo senza atti intimidatori"

PESCARA. «La protesta continua, non ci sposteremo. Siamo cittadini che protestano pacificatamente in difesa del loro diritto a partecipare alle scelte che riguardano la qualità della vita». Il coordinamento No filovia non arretra di fronte all'esposto alla questura contro ignoti presentato dalla ditta Balfour Beatty che sta realizzando la filovia. «Vogliamo che venga riaperta la discussione sulle alternative al progetto e un dialogo senza atti intimidatori».

Dal 27 settembre, a distanza di una settimana dall'apertura del cantiere della filovia a Pescara, un capannello di cittadini presidia notte e giorno il cantiere aperto per realizzare la filovia, il collegamento che porterà da Pescara a Montesilvano. Con lo slogan «Filò? Meglio di no, io amo la strada parco», i manifestanti hanno promesso, da quella data, di non far avanzare il cantiere riuscendo a interromperlo il 30 settembre. In questi giorni, i mezzi sono fermi, non si scava nel tratto dietro Le Naiadi, i lavori sono stati sospesi e riprenderanno, probabilmente, la prossima settimana: una cautela da parte del presidente della Gtm Michele Russo per non inasprire gli animi e continuare ad accogliere le voci contrastanti al progetto. Nel frattempo, invece, i lavori sono ripresi a Montesilvano dove il cantiere è già in una fase avanzata - è partito un anno e mezzo fa - e saranno aggiunti altri pali e anche l'impianto della pubblica illuminazione.

Adesso, su quella protesta che ha interrotto i lavori a Pescara pesa l'esposto della ditta ma il coordinamento No filovia continua a chiedere di «non ignorare le migliaia di cittadini scesi in strada per esprimere la loro contrarietà alla filovia della strada parco». Accanto al presidio di fronte alle transenne delle Naiadi, il coordinamento allestirà domani un gazebo a piazza Salotto per continuare a diffondere la loro voce. «Vogliamo vedere gli atti e valutare nelle sedi competenti la possibilità di proposte alternative a quelle attuali», dice ancora il coordinamento No filovia. Intanto, a puntellare lo svolgimento dei lavori sarà uno scontro tra pareri legali volti a interpretare l'articolo 9 del contratto che dice che la Gtm a suo «insindacabile giudizio ha la facoltà di sospendere i lavori per cause di forza maggiore e, in particolare, in modo esemplificativo e non limitativo, per sorprese idro-geologiche e per fatti di altra autorità amministrativa o giudiziaria che non dipendano da una responsabilità del committente».

Quando i lavori possono essere sospesi? A Russo, durante il tavolo tecnico di mercoledì scorso, è stato chiesto di portare il suo parere legale a cui il coordinamento risponderà con un altro parere volto a interpretare quell'articolo 9 che impone lo stop dei lavori per «cause di forza maggiore».

In questa direzione, anche l'iniziativa di Aurelio Giammorretti che guida il comitato Proposta popolare che, durante il tavolo tecnico, ha chiesto l'apertura di un «collegio legale di consulenza per rispondere ai quesiti, valutare la sospensione e le proposte alternative. Un ufficio formato da un rappresentante della Gtm, uno del Comune e un altro delle associazioni». Intanto, dal consigliere comunale Prc Maurizio Acerbo e dal segretario cittadino Pd, Stefano Casciano, arriva un invito al buon senso. «Spero che Russo, abbia un ripensamento. Non è colpa dei cittadini se l'opera non è stata sottoposta alla procedura della Valutazione di impatto ambientale che prevede la partecipazione informata dei cittadini ai sensi delle direttive europee. E non è colpa dei cittadini se il progetto non è stato discusso in consiglio».

Durante il tavolo tecnico convocato in sala giunta, il presidente Russo ha chiarito che il progetto non si può variare. «Ma le sue argomentazioni sono poco convicenti e non abbiamo ancora visto nessun parere legale. Mi auguro che si possa discutere delle alternative senza rischiare di finire in tribunale e auspico un clima di serena discussione». Un simile appello, arriva anche da Casciano che condive la sospensione dei lavori ma, come aggiunge, «non capisco perché la ditta intraprenda la direzione opposta. I manifestanti esprimono solo il loro dissenso verso un'opera che ha lati oscuri».

© RIPRODUZIONE RISERVATA