Filovia, l'apertura del cantiere non ferma la lotta

Una trentina tra utenti della strada parco e residenti del quartiere protestano contro l'avvio dei lavori alle Naiadi

PESCARA. C'è chi arriva in bicicletta e chi a piedi, chi raggiunge con i pattini l'area recintata a ridosso del complesso sportivo Le Naiadi e chi si limita ad attraversare il parcheggio adiacente. Ieri mattina, a partire dalle 11, una trentina tra utenti della strada parco e residenti del quartiere hanno costituito un presidio spontaneo per protestare contro l'avvio del cantiere della filovia.

La notizia dell'inizio dei lavori l'hanno letta sui giornali. Lunedì mattina, lungo le transenne che chiudono la passeggiata, gli operai hanno sistemato alcuni cartelli generici di avvio del cantiere, senza indicare il tipo di intervento, gli orari di chiusura del tratto di strada né i nominativi dei responsabili. «Qualcuno ha creduto che si trattasse della manutenzione ordinaria degli alberi», sostiene Paolo Monaco, tra i contrari alla realizzazione del filobus, «invece la mancata apposizione dei cartelli è stata studiata a tavolino per ritardare la mobilitazione dei cittadini che da anni si battono per salvare la strada parco».

Il progetto messo su carta dalla Gtm prevede un percorso di otto chilometri, di cui sei elettrificati, che corre da Pescara a Montesilvano. Secondo le previsioni della società che si occupa della gestione del trasporto metropolitano, Filò (denominazione scelta per indicare il filobus) trasporterà 134 persone a corsa e potrà contare su 34 posti a sedere, 99 in piedi e una carrozzella.

I cittadini contrari al percorso alternativo al traffico automobilistico, riuniti nell'associazione Strada parco, hanno ripreso il volantinaggio intorno alle 17. «L'avvio del cantiere non segna la fine della nostra battaglia, dobbiamo continuare a sensibilizzare gli utenti sui gravi disagi che affronteranno una volta che si perderà uno dei punti di aggregazione della città», precisa Antonella De Cecco, che rilancia la proposta di Mario Sorgentone, presidente dell'associazione: «Chiediamo una sperimentazione con autobus ecologici per accertare se il flusso reale dei passeggeri sulla strada parco corrisponda o meno alla fantomatica previsione di 800 persone all'ora».

La strada parco attualmente è un'area lontana dallo smog e dal traffico cittadino, è verde e frequentata da pedoni e ciclisti. «E' una delle poche cose buone di Pescara e vogliono portarcela via», incalza Silvana Giandomenico. «Protestare è un nostro dovere, così come hanno fatto a Torino contro la Tav o il popolo delle carriole all'Aquila. Il rischio è che una volta spesi i fondi pubblici ci si possa accorgere che i passeggeri sono pochi e l'opera è inutile, visto che nella zona non ci sono negozi né uffici e a pochi passi transita l'autobus 38».

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