Filovia Pescara, stop ai lavori ma Gtm non cambia progetto

Il presidente Russo: "Faremo lo screening, poi si vedrà. Difendo l’interesse pubblico, faccio quello che dice la legge"

PESCARA. «La Gtm sospende i lavori della filovia, così come disposto dalla Regione, ma per ora non cambia progetto». Il giorno dopo il responso della commissione di Via (valutazione di impatto ambientale) che ha fatto proprio l’avviso della Comunità europea di interrompere i lavori in attesa di uno screening di valutazione d’impatto ambientale, il presidente della Gtm Michele Russo delude per l’ennesima volta ambientalisti e associazione Strada parco che tornano a chiedere, come scrive il Wwf «soluzioni più sobrie senza l’uso di pali, fili e magneti, assicurando mezzi di trasporto adeguati e mitigando gli eventuali danni erariali che con una guerra infinita rischiano di essere enormi»

«Il progetto per ora non si tocca», ripete Russo, mentre ribadisce il ruolo della Gtm «di ente esecutore», e a chi è contro la filovia manda a dire: «Loro difendono interessi privati, io continuo a fare l’interesse pubblico». Una battaglia decennale tutt’altro che chiusa, dunque, a cui concede appena una tregua la combattuta decisione della commissione regionale di Via orfana del presidente Sorgi (finito nel registro degli indagati per abuso d’ufficio in merito all’inchiesta della Procura sulla mancata procedura di screening di valutazione ambientale sul progetto della filovia).

«Sapremo come andrà a finire tra tre-quattro mesi», annuncia Russo, da parte sua pronto a completare in un paio di settimane lo screening che la Regione gli chiede in trenta giorni.

«Si tratta di una serie perizie ambientali che richiedono una documentazione comunque più snella rispetto a quella della Via», spiega il presidente della Gtm, «ma una volta completato lo screening, ne dovrà seguire la pubblicazione sul Bura da parte della Regione e la presa in visione dei comuni interessati e di tutti coloro che hanno titolo e interessi ad esprimersi. A quel punto saranno passati almeno tre mesi», ipotizza Russo, «se la Regione darà l’ok noi riprenderemo i lavori dove li abbiamo lasciati, vale a dire alla sottostazione di Montesilvano e alla tesatura dei cavi elettrici; se la Regione dirà di no vuol dire che qualcuno ne pagherà i danni. Fermo restando che, contro questo provvedimento, la stessa ditta esecutrice dei lavori potrebbe fare ricorso al Tar: stiamo parlando di un’opera eseguita già all’80 per cento». Un particolare non da poco per il presidente della Gtm che contesta la decisione della Regione di equiparare, come espresso dalla Comunità europea, la filovia agli altri mezzi di trasporto a guida vincolata come tram, metropolitane e funivie («significa che da oggi, contrariamente a quanto fatto finora, in tutta Europa si dovrà sottoporre a Via ogni progetto di funivia»). Ma non solo. Con la Regione Russo ce l’ha soprattutto perché, con la decisione di martedì sera, ha contraddetto se stessa. E lo spiega: «La stessa commissione regionale presieduta da Sorgi nel 2008, un anno prima del mio insediamento in Gtm, aveva sostenuto che la valutazione di impatto ambientale, all’epoca già avviata, non ci voleva. Dunque io non potevo interrompere i lavori, avrei fatto un abuso d’ufficio prendendo una decisione che invece spetta alla Regione o alla magistratura. Il mio dovere è ed era quello di controllare che si eseguisse ciò che la legge mi diceva di fare».

E infine: «La filovia non l’ho fatta io, ma mi piace e ci credo. È piuttosto paradossale che tutti coloro che la contestano hanno delle proprietà private lì intorno».

Continua però a non fidarsi il Wwf, secondo cui «se è la Gtm a decidere si rischia l'incompiuta» e si appella all’assessorato regionale ai Trasporti e al ministero delle Infrastrutture «affinchè esercitino pienamente il loro ruolo di controllo, sorveglianza e indirizzo al fine di evitare un inutile scontro sul progetto».

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