Filovia, sotto inchiesta i lavori per il capolinea

La polizia preleva documenti su un appalto da 208 mila euro ai grandi alberghi La perizia dei consulenti del pm: con il filobus strada parco a rischio cedimenti

PESCARA. Punta sui lavori l’indagine della squadra mobile e della procura di Pescara sulla filovia: il primo punto finito sotto inchiesta è il capolinea realizzato ai Grandi alberghi di Montesilvano. Gli investigatori si sono presentati in municipio e hanno prelevato una cartella di documenti su un appalto pagato dal Comune almeno 208 mila euro.

Non c’è soltanto la mancata Via (Valutazione di impatto ambientale) al centro dell’inchiesta sulla grande opera da 31 milioni di euro: dopo i rilievi dei 2 consulenti della procura – Giulio Maternini, docente di Pianificazione urbanistica all’università di Brescia, e Federico Gualandi, docente di Diritto amministrativo all’università di Venezia, hanno scritto che la filovia non può sfuggire alla Via – gli investigatori cominciano a controllare anche i lavori.

Capolinea. Il blocco di partenza della Mobile è proprio il capolinea di Montesilvano: i lavori tra Palacongressi, foce del fiume Saline e Grandi alberghi, così dicono i primi atti dell’indagine, avrebbero dovuto essere fatti dalla Balfour beatty, la ditta che ha vinto l’appalto della filovia ma, il 18 luglio 2008, la giunta dell’ex sindaco Pasquale Cordoma ha approvato una delibera per costruire, nella stessa area del terminal, un «parcheggio di scambio» con almeno 208 mila euro di fondi ottenuti dalla Regione. L’atto è stato approvato su proposta dell’ingegnere Bellafronte Taraborrelli, tra il 2007 e il 2009 dirigente dei Lavori pubblici a Montesilvano, e direttore dei lavori della filovia fin dal 2005. Il capolinea della filovia è finito anche al centro di un’interrogazione del consigliere Pd Gabriele Di Stefano: il documento, che parla di un presunto «conflitto di interessi» di Taraborrelli, fa già parte del fascicolo dell’inchiesta. Ora, la Mobile vuole capire se la Balfour beatty ha ottenuto vantaggi dai lavori fatti dal Comune, un’opera, così dice la relazione del progetto firmata da Taraborrelli, «l’interscambio del passaggio dal traffico veicolare al traffico a basso impatto ambientale filobus».

Strada parco. Tornando alla perizia dei consulenti della procura, un documento inviato alla Regione in vista della convocazione del comitato Via fissata al prossimo 3 luglio all’Aquila, emerge che la strada parco potrebbe «cedere» sotto il peso dei filobus: «Rispetto ai documenti esaminati si può concludere che è probabile che la pavimentazione, in futuro, possa presentare dei cedimenti lungo il percorso su cui rotoleranno le ruote del Phileas», scrivono Maternini e Gualandi, «non essendo stato effettuato nessun tipo d’indagine (carotaggi, prove a piastra) sulla strada parco e su quanto è stato realizzato nel nuovo tronco stradale, non è possibile dire se le opere stradali siano conformi ai progetti».

Cedimenti». Per i super-esperti, il problema è la base della strada parco: «La strada parco percorre il sedime di una ferrovia dismessa a semplice binario, quindi, il carico della sovrastruttura ferroviaria, da ritenersi certamente compatibile con quello veicolare, grava sullo spazio di una linea a semplice binario e non su quello che occupa una strada con 2 corsie per senso di marcia, cioè di circa 7 metri. Una parte di carreggiata potrebbe non risentire dell’effetto di consolidamento dato dal peso della dismessa linea ferroviaria ed essere soggetta a futuri cedimenti».

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