Finti rimboschimenti con fondi pubblici: assolto dopo 4 anni

Sentenza scagiona un imprenditore pescarese «Curò i terreni, gli alberi morirono per siccità e funghi»

PESCARA. Ha aspettato 4 anni e 2 mesi per una frase: «Il fatto non sussiste». Gasper Rino Talucci, pescarese di 54 anni a capo della società Colafor spa di Spoltore, è stato assolto dall’accusa di aver preso indebitamente 866 mila euro di fondi europei per finti rimboschimenti. Secondo un’inchiesta del corpo forestale del 2008, anno della grande siccità in Abruzzo, Talucci usò i finanziamenti pubblici per rimboschimenti su 800 ettari di terreno tra Pescarese e Aquilano ma gli alberi morirono: accadde a Campo di Giove, Catignano, Prezza, Magliano dei Marsi, Villalago, Scanno, Rocca Pia, Gagliano Aterno, Goriano Sicoli e Castel di Ieri. Per la forestale, al posto degli alberi furono scaricati cumuli di pietre.

Ci sono voluti più di 4 anni di indagini e udienze per stabilire che se pini e faggi non attecchirono la colpa fu della «siccità» e di «funghi patogeni» perché Talucci, difeso dall’avvocato Alessandro Troilo, curò i terreni «con una gestione corretta».

Sulla sentenza, il giudice Michaela Di Cintio dissolve così i sospetti sollevati dalla forestale: «Nessun dubbio può sussistere in ordine all’effettiva esecuzione dei lavori di rimboschimento e di manutenzione eseguiti dalla Colafor». Sulla decisione del giudice hanno pesato anche le testimonianze dell’accusa: «Il primo dato che occorre esaminare è che Talucci provvedeva alla posa delle piante, quantomeno per le percentuali rilevate dalla forestale. Peraltro», afferma il giudice, «occorre considerare che, come dichiarato dagli stessi testi dell’accusa, negli anni in cui avveniva la gestione dei terreni da parte di Talucci si verificavano eventi capaci di danneggiare in maniera irreversibile le piante. Invero, si verificava una forte siccità e, in particolare, si verificava l’incidenza di funghi patogeni capaci di danneggiare in maniera irreversibile le colture. Pertanto», dice la sentenza, «nel valutare le percentuali di attecchimento non può non considerarsi l’intervento di tali fattori di rischio, imprevedibili e negativi. Quindi», è la conclusione, «può ragionevolmente affermarsi che una percentuale rilevante – gli stessi testi del pm hanno evidenziato l’aggressività dei funghi patogeni e l’incidenza negativa della siccità – di quanto piantato non poteva svilupparsi per l’intervento di fattori esterni».©RIPRODUZIONE RISERVATA